La giustizia digitale, che include il processo tributario telematico, è parte integrante della digitalizzazione della Pubblica amministrazione e dei servizi a cittadini e imprese ma deve sempre rispettare i principi della privacy e della protezione del dato personale. In base a queste considerazioni il Garante privacy italiano ha dato il suo ok agli aggiornamenti tecnici del processo tributario telematico ma specificando che è necessario rafforzare le misure a tutela della riservatezza dei dati.
L’ok del Garante e le raccomandazioni sulla privacy
Nel dettaglio, il Garante per la protezione dei dati personali ha fatto sapere di aver espresso parere favorevole allo schema di decreto direttoriale, predisposto dal Ministero dell’economia e delle finanze, che aggiorna l’utilizzo di strumenti informatici e telematici nel processo tributario.
Il testo modifica alcuni aspetti del funzionamento del Sistema informativo della giustizia tributaria (Sigit), come le modalità di sottoscrizione dei documenti informatici, la verifica dei documenti stessi e l’utilizzo della firma digitale.
Nell’esprimere parere positivo, il Garante privacy ha comunque chiesto di integrare lo schema di decreto al fine di assicurare maggiori tutele alla riservatezza dei dati delle persone interessate, adeguandolo alla normativa europea (Gdpr) e italiana in materia di privacy. Dovranno, ad esempio, essere definite le responsabilità dei soggetti coinvolti nel trattamento dei dati ed esplicitati gli obblighi informativi in caso di violazione dei dati (data breach).
Il decreto dovrà inoltre prevedere il periodico aggiornamento delle misure tecniche e organizzative adottate al fine di garantire un livello di sicurezza adeguato ai rischi presentati dai trattamenti.
Nei processi tributari il 98% dei documenti viaggia online
La trasformazione digitale del processo tributario è partita nel 2015 da Umbria e Toscana ed è stata poi estesa dal 2017 a tutto il territorio nazionale. Con il decreto legge 119 del 2018 il processo tributario telematico è diventato obbligatorio per tutti gli appelli e i ricorsi presentati a partire da quella data. Da novembre di quest’anno, grazie a una convenzione siglata da Cassazione e Mef, è stata garantita ai giudici di legittimità la visione del fascicolo processuale digitale formatosi nel giudizio presso le commissioni tributarie. L’accordo contempla anche la trasmissione da parte della Suprema Corte della sentenza adottata nel relativo giudizio così che ne possa essere data pubblicità nel fascicolo digitale. Un altro passo verso l’interscambio tra banche dati, al fine di favorire la conoscenza degli orientamenti giurisprudenziali in materia tributaria.
Una recente ricerca del Centro Studi Enti Locali conferma che la trasformazione digitale in questo campo è quasi completa: il 98,7% degli atti per i processi tributari è ormai trasmesso in modalità telematica.