“Amici o nemici? Semplici conoscenti”, recitava anni fa una striscia di Sturmtruppen. Le startup propongono soluzioni per il mondo dei servizi professionali? Sì, e iniziano a essere tante e organizzate. “È un segnale ulteriore per gli studi di avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e notai. I nuovi paradigmi dell’economia digitale – afferma Claudio Rorato, Direttore dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale del Politecnico di Milano – aprono all’ingresso di nuovi operatori, che propongono soluzioni in grado di standardizzare alcune attività e di proporre servizi semplici e, spesso, a basso costo”.
Ecco che, allora, si comprende la domanda iniziale: amici o nemici? A giudicare i risultati della ricerca condotta dall’Osservatorio (NdA: Startup vs Professionisti: amici-nemici? www.osservatori.net) emerge, effettivamente, un nuovo scenario competitivo, più complesso rispetto a quello tradizionale, che deve far riflettere non tanto su chi sia amico o nemico, quanto sulla necessità che gli strumenti della competizione e le abilità richieste debbano ampliarsi e disporre di nuove connotazioni.
Il 35% delle startup, selezionate a livello nazionale e internazionale, dichiara di voler disintermediare l’attività del Professionista, mentre il restante 65% propone soluzioni e servizi a supporto degli studi. A livello complessivo il 49% delle soluzioni coinvolge l’area dei servizi (consulenza legale, proprietà intellettuale, compliance normativa, contabilità e selezione del personale), il 35% impatta sui processi lavorativi (gestione documentale, contrattualistica, workflow, sicurezza) e il 16% fornisce canali alternativi di diffusione (marketplace e social).
Nel mercato nostrano cambia qualcosa? In termini percentuali le soluzioni dedicate al miglioramento dei processi lavorativi non cambia. Cresce, invece, l’attenzione per il canale (26% delle soluzioni) e diminuisce l’incidenza delle proposte per nuovi servizi (39%). Un Paese, il nostro, più equilibrato nella distribuzione, probabilmente anche a causa di una necessità di miglioramento trasversale, a causa di un percorso di cambiamento appena iniziato. Ma quali esempi rispondono oggi in Italia in modo originale alle esigenze di servizi, di canali e di processi lavorativi più snelli?
Ecco una breve selezione, che aiuta a individuare la direzione verso cui si stanno muovendo le startup, che propongono soluzioni alle aree presidiate dalle professioni giuridiche ed economiche.
Unico 24 (www.unico24.it) dialoga via web con il contribuente, che viene guidato nell’invio di dati e documentazione per ottenere entro 24 ore il suo Modello Unico.
4cLegal (www.4clegal.com) è una piattaforma dedicata ai beauty contest digitali, permette di selezionare e confrontare in totale trasparenza gli studi e le loro offerte in merito a una richiesta di servizio pubblicata sulla piattaforma.
JurisNet (www.jurisnet.it) è un network di oltre 150 professionisti geograficamente distribuiti, che presidiano le aree del diritto con competenze specialistiche. L’iniziativa è governata da una piattaforma digitale, che propone lo studio legale diffuso.
JustAvv (www.justavv.it) propone una piattaforma che permette all’utente di entrare in contatto in modo semplice e veloce con l’avvocato adatto alla sua esigenza e, nel contempo, di migliorare la visibilità online del professionista.
Know How (www.knowhow.it) è un’app per smartphone, che si rivolge alle professioni intellettuali delle aree economiche, scientifiche, legali e tecniche. Non vende servizi ma consente di visionare competenze da parte dei potenziali clienti.
Outlet Legale (www.outletlegale.com) geolocalizza le richieste di consulenza legale pervenute via web e individua il professionista più economico in un raggio di 30 chilometri dal cliente.
Elibra (www.elibra.eu) è un gestionale per studi legali pensato per coniugare efficienza nel lavoro quotidiano, knowledge management, controllo – tramite timesheet collegati alle attività – e sicurezza.
Filosofia Fiscale (www.filosofiafiscale.it) è un applicativo in cloud, che digitalizza il dialogo tra professionista, cliente e autorità fiscali, riducendo i tempi e l’invasività dei controlli delle autorità preposte.
Kie (www.kie-services.com) è una soluzione web based di knowledge management, che consente di archiviare, classificare – incrociando tag personalizzati e natura dei documenti – usare e condividere la conoscenza prodotta, attraverso un potente motore di ricerca.
In questo contesto, più complesso rispetto al passato, le tecnologie digitali giocano un ruolo importante se non fondamentale nella definizione di nuove modalità di erogazione di servizi, di nuovi modelli di business e di nuove modalità di gestire la relazione con i clienti. Occhio, professionisti, il mercato sta cambiando!