“Ieri è stata una giornata molto importante per l’innovazione italiana. Con l’approvazione del decreto Agenda digitale, innovazione e start-up finalmente si consentirà al nostro Paese di diventare normale”. Con questo messaggio il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha iniziato il proprio intervento, in collegamento telefonico, a “Italia+Smart“, il convegno di Between in corso a Capri. “In questi mesi abbiamo lavorato con serietà e con la partecipazione di molti attori del governo affinché potesse essere realizzato quel disegno di modernizzazione che consenta al Paese di poter competere in forma sobria con un’Europa che ha bisogno di noi”.
Il ministro ha poi ricapitolato i punti chiave del nuovo decreto. “E’ articolato in cinque grandi sezioni e disegnato affinché possa diventare operativo in tempi brevi con processi definiti e valutazione dei risultati”, ha puntualizzato il ministro.
Primo grande tema quello dell’e-gov, “articolato in egov tradizionale con elemento di partenza essenziale, quello dell’anagrafe del cittadino. Ci sono poi la carta di identità elettronica, e le misure collegate a sanità e giustizia”.
Scuola e università il secondo pilastro indicato dal ministro. “Abbiamo pensato che ci deve essere investimento importante nella scuola perché è da lì che si formano i cittadini”.
Terzo step quello delle comunità intelligenti. “Le tecnologie passano le culture rimangono – ha detto il ministro -. E in questo senso avrà un ruolo essenziale la nuova Agenzia per la quåle nei prossimi giorni identificheremo il direttore”.
A seguire le regole per le start up, “semplici”, ha detto il ministro. “E ci auguriamo un processo virtuoso che possa stimolare una nuova modalità di fare impresa”.
Al quinto posto l’assicurazione: “Sono state fatte molte sperimentazioni, rimaste nei server delle aziende e delle istituzioni. Ora l’obiettivo è creare nuovo modello che trasformi le sperimentazioni in prototipi”.
Riguardo alla disponibilità finanziaria il ministro ha ricordato che “negli ultimi mesi sono stati fatti investimenti importanti, circa 1,5 miliardi sul tema delle comunità intelligenti e sulla scuola su cui è stato investito un altro miliardo. Non partiamo da zero. Il decreto ci permette di mettere in condizioni il Paese di avviare processo di innovazione”.