Semplificazione nelle procedure di erogazione dei fondi, nuovi criteri per la valutazione dei progetti, rinnovamento degli strumenti normativi e finanziari a favore dell’attività di ricerca in Italia. E’ quanto prevede il nuovo decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo, che dopo ben 13 anni rivisita la normativa vigente (decreto 593 del 2000) sulla gestione del First, il Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica. L’intento strategico, in linea con le altre azioni portate avanti durante il mandato dal Ministro Profumo, è quello di allineare il Paese alle migliori pratiche europee e venire incontro alle reali esigenze del mondo della ricerca, per finanziare con maggiore efficienza enti pubblici di ricerca ed imprese. Insomma, semplificare per innovare con l’obiettivo di velocizzare la selezione dei progetti e l’erogazione delle risorse.
Il decreto aggiorna la legge 297/99 è lo strumento normativo unico con cui il Ministero indirizza le politiche di ricerca e innovazione, attraverso il DM 593/2000. Le revisioni riguardano la semplificazione delle attuali procedure amministrative di valutazione, per velocizzare i tempi di risposta e per sostenere i progetti con un reale impatto positivo sul sistema nazionale della ricerca e dell’innovazione.
Il testo rivoluziona anche la valutazione e nella selezione dei progetti. Con il nuovo decreto viene definitivamente archiviato lo strumento del Comitato tecnico scientifico, a favore della peer review. Il Miur si avvarrà dunque di esperti, nazionali e internazionali. Una parte di essi sarà individuata dal Comitato Nazionale dei Garanti della Ricerca (Cngr) nell’ambito di un apposito elenco ministeriale gestito all’interno del nuovo portale Research Italy, altri saranno esperti contenuti in elenchi della Commissione europea. Ciò comporterà l’eliminazione di tutti gli attuali comitati e commissioni, come previsto dal decreto 297/99, e la valorizzazione del ruolo del Cngr, a cui saranno affidati compiti di garanzia come la scelta degli esperti e la raccolta di risultati, pareri e indirizzi sugli interventi in fase di definizione. Si introduce così un altro importante strumento di semplificazione, che garantirà una tempistica più coerente con gli obiettivi di ricerca che il Miur si è posto.
Sempre in tema di valutazione, il decreto prevede che nel caso di progetti cofinanziati dall’Unione europea e dall’Italia il giudizio positivo della prima renda superflua una seconda valutazione a livello nazionale.
Il provvedimento supera inoltre la distinzione tra ricerca di base, ricerca industriale e sviluppo sperimentale, per migliorare la sinergia tra attività di ricerca pubblica e ricerca industriale.
Le innovazioni sono state messe in campo per favorire le politiche di domanda pubblica di innovazione, con particolare riferimento al procurement pre-commerciale, nell’ottica di incentivare appalti di ricerca e sviluppo all’interno dell’ampio mercato della pubblica amministrazione. “Ciò permette – spiega una nota del Miur – alla PA di concepire bandi mirati a trovare una soluzione tecnologica ai propri bisogni attraverso il finanziamento alla ricerca. In virtù di questa possibilità, sarà possibile scrivere capitolati che abbiano come oggetto il bisogno specifico richiesto, e non un determinato prodotto che verrà individuato al termine di una ricognizione delle migliori soluzioni.
Sulla base delle previsioni del decreto sono ammissibili inoltre appalti in risposta a esigenze di particolare rilevanza sociale (social big challenges); azioni di innovazione sociale (social innovation) e interventi integrati di ricerca e sviluppo sperimentale; formazione di capitale umano di alto livello qualitativo, e trasferimento tecnologico e spin-off di nuova imprenditorialità innovativa, finalizzati in particolare allo sviluppo di grandi aggregazioni (cluster) tecnologiche, pubblico-private, di scala nazionale.
Il passo successivo di Profumo sarà quello di migliorare la fase di monitoraggio dei progetti selezionati, per favorire il monitoraggio dei progetti finanziati e una loro valutazione ex post. “Con il nuovo decreto 593 – commenta il ministro – l’Italia si dota di uno strumento in grado di creare un più stretto legame tra ricerca, innovazione e sviluppo che, grazie a regole più agili, competitive ed europee, potrà rivelarsi essenziale per la crescita futura del Paese”.