Sarà Massimo Battaini a guidare il gruppo Prysmian nei prossimi tre anni. Il manager è stato infatti indicato dal consiglio di amministrazione come nuovo amministratore delegato. Il cda ha deliberato all’unanimità di presentare all’assemblea ordinaria degli azionisti, che si terrà il 18 aprile 2024, la propria lista di candidati per il rinnovo del consiglio di amministrazione per il triennio 2024-2026. Oltre a Battaini, i candidati per il triennio sono: Francesco Gori, candidato alla carica di presidente, Valerio Battista, candidato alla carica di vicepresidente, Jaska Marianne de Bakker, Ines Kolmsee, Annalisa Stupenengo, Pier Francesco Facchini, Tarak Bhadresh Mehta, Emma Marcegaglia, Richard Keith Palmer, Barbara Cominelli e Mei Mei Chow.
È dunque confermata la presenza all’interno del cda l’ad uscente, Valerio Battista, per il quale sarà come detto proposta la nomina a vicepresidente senza l’attribuzione di ulteriori cariche o ruoli esecutivi e con un compenso coerente con quello degli altri amministratori. “Il consiglio di amministrazione ritiene che la sua presenza garantisca la giusta continuità e rifletta al meglio la prospettiva di tutti gli stakeholder, e che Battista potrà continuare a sostenere Prysmian nel suo nuovo ruolo”, dichiara l’azienda.
I risultati generati nel 2023
Contestualmente, il gruppo Prysmian ha divulgato i risultati per il 2023: si parla di un aumento dell’utile netto del 7,5% a 547 milioni di euro (dai 509 del 2022). L’utile netto di pertinenza degli azionisti della capogruppo è stato pari a 529 milioni (da 504 milioni nel 2022). Una performance che l’azienda considera positiva alla luce degli impatti derivanti della svalutazione di 168 milioni di euro dell’investimento in Yangtze Optical Fiber (Yofc) e della svalutazione di 42 milioni dell’impianto di fibra a Battipaglia.
L’ebitda è cresciuto nell’anno del 9,4% a 1,62 miliardi di euro con margini in miglioramento al 10,6% (9,3% nel 2022). Nel periodo i ricavi si sono attestati a 15,35 miliardi, registrando una variazione organica leggermente negativa (-1,1%) rispetto al 2022.
Passando ai risultati delle singole divisioni aziendali, il Business Projects ha registrato una crescita organica a doppia cifra (+15,3%) grazie a una esecuzione puntuale dei progetti di interconnessione e di parchi eolici offshore e ai progetti con margini migliori. I ricavi del Business Energy continuano a beneficiare dei fattori di crescita della transizione energetica: l’espansione e il rafforzamento delle reti elettriche, la generazione di energia da fonti rinnovabili e lo sviluppo della mobilità elettrica e del clouding. Nel complesso, il Business Energy ha registrato una variazione organica pari a -1,3%, con una crescita organica positiva del +1,7% nel Business Industrial & Network Components. I volumi del Business Telecom sono invece diminuiti drasticamente nella seconda parte dell’anno, soprattutto a causa della flessione del mercato statunitense.
“La solida espansione dei margini e la forte generazione di cassa raggiunta nel 2023 hanno confermato la solidità di Prysmian e la sua posizione di leader di mercato, grazie al portafoglio di business completo e bilanciato, ben esposto ai trend strutturali dell’elettrificazione e della transizione energetica”, spiega il ceo uscente Valerio Battista. “All’interno di un contesto difficile, abbiamo ottenuto ancora una volta un’eccellente performance e garantito la creazione di valore per tutti i nostri stakeholder. Il 2023 è stato il mio ultimo anno come Ceo di Prysmian e sono molto orgoglioso dell’azienda che abbiamo costruito negli ultimi 20 anni, un’organizzazione forte, leader nel settore e che dispone della tecnologia e delle risorse per capitalizzare le opportunità di mercato più interessanti e battere nuovi record anno dopo anno”.
Il ceo designato Massimo Battaini aggiunge: “In occasione del Capital Markets Day abbiamo illustrato la nostra strategia ‘Connect, to Lead’, volta a capitalizzare la posizione di leadership del Gruppo per cogliere le opportunità offerte dai trend strutturali del mercato. Abbiamo riorganizzato la nostra attività in quattro nuovi segmenti, effettivi dal 1° gennaio 2024, per cogliere al meglio queste opportunità. Continuiamo a essere all’avanguardia nell’innovazione, grazie alle nostre straordinarie capacità e competenze in ambito di ricerca e sviluppo e alla nostra profonda conoscenza delle dinamiche del mercato. Alla luce del nostro solido portafoglio ordini in tutti i segmenti, siamo fiduciosi di raggiungere gli obiettivi del 2024 e siamo ben posizionati per il conseguimento degli obiettivi di medio termine delineati nel corso del Capital Markets Day”.
Il cda di Prysmian, alla luce dei risultati riportati per il 2023, ha deciso di proporre all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo unitario di 0,70 per azione (+16,7% contro 0,6 euro distribuiti l’anno scorso). L’ammontare complessivo sarà di circa 191 milioni. Il dividendo sarà posto in pagamento a partire dal 24 aprile, con record date il 23 aprile e data stacco il 22 aprile.
L’outlook per il 2024 e l’orizzonte del 2027
Come parte del piano strategico 2023-2027 presentato a Napoli in occasione del Capital Markets Day a ottobre, Prysmian prevede di aumentare progressivamente il dividendo totale distribuito agli azionisti di circa il 10% annuo fino al 2027.
In particolare per l’esercizio 2024, Prysmian punta a raggiungere un ebitda adjusted compreso nell’intervallo di 1.575-1.675 milioni e un free cash flow compreso nell’intervallo di 675-775 milioni di euro. Il gruppo inoltre punta a ottenere una riduzione delle emissioni di gas serra Scope 1&2 del 36% e Scope 3 del 13% rispetto al 2019.
Sempre in occasione del Capital Markets Day, il Prysmian aveva illustrato la propria roadmap per la transizione energetica e la trasformazione digitale delineando gli obiettivi finanziari al 2027, che consistono in un adjusted ebitda di 2 miliardi di euro, un free cash flow compreso in un intervallo di 900 milioni e un miliardo e un Roce al 25-28%.
“Tali obiettivi”, sottolinea il gruppo, “presuppongono l’assenza di cambiamenti sostanziali nella crisi geopolitica relativa ai conflitti in Ucraina e in Israele, oltre all’esclusione di dinamiche di prezzo estreme legate ai fattori di produzione o di interruzioni significative della catena di approvvigionamento”.