FISCO & INTERNET

Pubblicità online, governo pronto a “tassare” i big

Avviati i contatti tra l’Agenzia delle Entrate e le associazioni di categoria per rendere tracciabili e trasparenti le transazioni di chi vende spazi per l’advertising sul web in Italia. E’ il primo passo verso un accordo che porterà i giganti della rete a pagare più tasse

Pubblicato il 22 Lug 2014

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Il governo italiano sta lavorando per mettere in pratica le norme rimaste in vita sulla pubblicità online dopo l’accantonamento della web tax. Si tratta dei commi 177 e 178 dell’articolo unico della legge di stabilità per il 2014, che normano il “transfer pricing” per le società operanti nel settore .

L’obiettivo del Governo quindi è quello di non lasciarsi sfuggire, in termini fiscali, le tasse che dovrebbero entrare allo Stato italiano dalle transazioni realizzate in Italia dalle società che operano online e hanno sede all’estero, dove sono sottoposte a norme fiscali per loro più convenienti.

Le regole sul transfer pricing normano la determinazione a prezzo di libera concorrenza delle transazioni infragruppo tra società dello stesso Gruppo residenti in Stati diversi. In questi casi il legislatore fiscale interviene per evitare che con una determinazione dei prezzi dei beni e servizi scambiati infragruppo “arbitraria” sia possibile per le multinazionali spostare materia imponibile da un Paese a un altro a fiscalità più vantaggiosa, minimizzando così il carico impositivo tra società appartenenti allo stesso gruppo.
La questione è venuta alla luce da un’interrogazione a risposta immediata presentata in aula nei giorni scorsi dal deputato Pd Marco Causi, e rivolta al ministero dell’Economia delle finanze, a cui ha risposto il sottosegretario Enrico Zanetti (nella foto).

Causi ha chiesto chiarimenti sullo stato di attuazione delle novità introdotte dai commi 177 e 178, che prevedono tra l’altro anche la trasparenza e tracciabilità di tutte le transazioni e l’utilizzo esclusivo di bonifico bancario o postale per l’acquisto di pubblicità online, per sapere se l’Agenzia delle entrate intenda sottoscrivere accordi specifici con gli operatori attivi nel mercato della pubblicità online, una volta che sarà chiaro il volume di scambi e di flussi di denaro che generano nel Paese.

Lo scopo, sottolinea Causi, è di “far emergere, a fini fiscali, patrimoni che rivestono certamente grande rilevanza economica”.

Nella sua risposta il sottosegretario Zanetti, sottolineando che l’obiettivo è e rimane quello della sottoscrizione di un accordo sul regime dei prezzi di trasferimento, degli interessi, dei dividendi e delle royalties con gli operatori che vendono pubblicità online, fa presente che non sarà necessario, per arrivare all’obiettivo, “di procedure specifiche nel campo del ruling di standard internazionali”. “Risultano già in corso – si legge nella trascrizione della risposta di Zanetti agli atti alla Camera – alcune procedure di ruling aventi a oggetto transazioni intercompany” proprio nel campo della pubblicità online. Quanto alla trasparenza e alla tracciabilità, “L’agenzia delle entrate riferisce che sono in fase avanzata – ha affermato Zanetti – i contatti con le associazioni di categoria per la definizione delle modalità tecniche di trasmissione necessarie per l’avvio dei flussi informativi richiesti dalla nuova norma”.

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