“Le aziende oggi si tutelano, e tendono a programmare le proprie inserzioni sui siti che fanno scelte di qualità. Oggi molti siti editoriali lavorano in questo modo e le aziende li preferiscono a chi punta sulla quantità, sui siti dove finisce un po’ di tutto. C’è ancora da fare sul web, ma non parlerei certo di crisi. Oggi la situazione è migliorata rispetto a qualche anno fa, quando si investiva con minore attenzione”.
Lo afferma Giovanna Maggioni, direttore generale dell’Upa, l’associazione che riunisce gli investitori pubblicitari, secondo i cui dati la raccolta pubblicitaria sul web arriverà a registrare a fine 2015 un +9%, posizionandosi intorno al 25% degli investimenti se si considera anche la modalità search nei motori di ricerca.
“Sicuramente – afferma Maggioni – la pubblicità online è una forma di comunicazione molto mirata, in cui è possibile effettuare una selezione precisa sugli interessi del pubblico più ancora che sui target. In questo senso si affianca perfettamente a tutte le forme di pubblicità tradizionale ed è questo uno dei motivi della crescita che negli ultimi anni è stata accelerata”.
Quanto ai video realizzati specificatamente per il web, “oggi forse sono utilizzati in maniera un po’ eccessiva – conclude Maggioni – il problema non è tanto la quantità di video in sé, ma l’affollamento complessivo che si può determinare anche perché sul web, contrariamente agli altri mezzi come la tv, non ci sono tetti alla pubblicità”.