Boom di multe a Parigi contro chi affitta irregolarmente su piattaforme come Airbnb e simili. Nel primo semestre 2017, l’ammontare delle contravvenzioni comminate dal comune francese è stato di 615.000 euro, una somma quadruplicata rispetto ai 45.000 euro del 2016. Nella città più visitata al mondo, il sindaco Anne Hidalgo ha dichiarato guerra agli affitti irregolari e ora gli agenti del comune hanno “messo il turbo”, scrive il quotidiano Le Parisien, che oggi rivela la notizia. In Francia, affittare casa oltre i 120 giorni all’anno senza dichiararlo è rigorosamente vietato.
“Questi numeri non riflettono un’esplosione nel numero di offerte di appartamenti in affitto ma l’efficacia dei controlli effettuati” ha spiegato Ian Brossat, funzionario del Comune di Parigi, a Radio France Inter; Brossat si è detto “contento di vedere che i tribunali hanno ora una mano più pesante di prima”.
L’ammenda massima per il reato è raddoppiata nel mese di novembre a 50.000 euro. Parigi è uno dei principali mercati di Airbnb, con circa 65.000 appartamenti presenti sulla piattaforma online. Altri 35.000 sono disponibili su altre piattaforme simili. Il governo cittadino ha deciso di imporre limiti per gli affitti brevi di appartamenti e stanze in quanto competono in maniera sleale con gli alberghi, incoraggiando la speculazione immobiliare e riducendo le abitazioni disponibili sul mercato per i residenti. La pratica di affittare appartamenti su Airbnb e siti web simili è diventata così pervasiva che in alcuni quartieri parigini sono quasi scomparsi i residenti ufficiali. “Non si può trasformare il proprio alloggio in un bancomat e sé stessi in uno speculatore”, ha detto Brossat alla radio France Inter.
Sulla vicenda Airbnb ha dichiarato che le multe “sono tutt’altro che rappresentative della comunità degli host parigini di Airbnb, che in media affittano le proprie sistemazioni 33 volte l’anno”. Sul proprio sito web la compagnia avvisa i proprietari che devono rispettare le leggi locali e ha dichiarato di aver proposto lo scorso anno una soluzione alla Municipalità che avrebbe automaticamente limitato gli affitti a 120 notti all’anno.
“Ciò avrebbe semplificato i controlli senza stigmatizzare la grande maggioranza degli host che rispettano le regole”, si legge in una nota dellla società.
La notizia arriva a pochi giorni di distanza l’annuncio del ministro delle’Economia, Bruno Le Maire, sull’intenzione di affrontare la il delicato tema della tassazione dei big del web che consente ad Airbnb, e ad altre piattaforme digitali, di evitare di pagare le tasse in Francia sui profitti che fa in Francia. Infatti, dal momento che le prenotazioni e i pagamenti relativi agli affitti francesi sono gestiti attraverso la sede europea del gruppo in Irlanda, Airbnb non paga gran parte delle imposte alla tesoreria francese.
Lunedì scorso il quotidiano Le Parisien ha scritto che Airbnb ha pagato meno di 100.000 euro nel 2016 in Francia, a dispetto degli oltre di 10 milioni di francesi che hanno utilizzato la piattaforma. Mercoledì Le Maire ha dichiarato che la Francia chiederà un summit con la Germania per affrontare la questione della “web tax”, perché gli sforzi della Commissione europea e dell’Ocse in questa direzione stanno “richiedendo troppo tempo”. Le Maire ha detto che Parigi e Berlino appronteranno un piano comune per risolvere la situazione entro la metà di settembre, che riguarderà anche altre piattaforme online come Google, Amazon e Facebook. “Airbnb ha il diritto di operare in Francia, ma noi abbiamo il diritto di chiedere ad Airbnb e a tutte le altre piattaforme digitali un equo contributo alla tesoreria francese”, ha detto Le Maire.