La stretta sull’informazione in corso in Russia rischia di colpire Twitter e Facebook.
Roskomnadzor, Servizio federale per la supervisione delle telecomunicazioni, dell’It e delle comunicazioni di massa, (in pratica l’Authority russa per le tlc), ha fatto sapere oggi per bocca del suo numero due, Maxim Ksenzov, e poi anche del suo portavoce, che “il dipartimento ha considerato la possibilità di uno stop a Twitter e Facebook”.
Ksenzov, ha denunciato che le richieste avanzate dalle autorità ai social network “continuano a rimanere senza risposta”. A suo dire “possiamo domani, per pochi minuti, bloccare Twitter o Facebook in Russia. Noi non vediamo in questo un grosso rischio” ha affermato, sottolineando che l’eventuale blocco della risorsa sul territorio della Russia “è virtualmente inevitabile”.
È poi intervenuto il consigliere del presidente del Consiglio della Federazione Ruslan Gattarov, per dire che sia Twitter sia Facebook “violano la legge” perché continuano a ignorare gli avvertimenti di Roskomnadzor circa gli account falsi e le violazioni delle norme per la protezione dei dati personali. Parlando di Twitter il portavoce di Roskomnadzov, Vadim Ampelonsky, ha aggiunto che sono state ignorate pure le ultime richieste per la cancellazione di contenuti giudicati estremisti anche da parte delle procura generale, dopo la rimozione lo scorso febbraio di immagini choc di vittime della guerra civile in Siria. La società americana mantiene così quella che viene giudicata “una posizione non costruttiva”.
È stata di recente introdotta in Russia una norma che rende possibile la chiusura di siti web, inclusi i social network, sulla base della sola richiesta della procura generale, senza la valutazione di un giudice, in seguito alla pubblicazione di contenuti giudicati estremisti. Norma che ha subito colpito oppositori come Alexei Navalny e Gary Kasparov.
All’inizio del mese inoltre è stata varata una legge che impone la registrazione come media a tutti gli effetti di social media, blog, o qualsiasi sito con più di tremila utenti al giorno. I loro autori devono essere parimenti registrati. A social network e motori di ricerca è inoltre richiesto di mantenere per sei mesi i dati sull’attività e le identità dei loro utenti, e renderli disponibili alle autorità se richiesto. Lo scorso aprile, Pavel Durov, il fondatore di VKontakte, la versione russofona di Facebook con 240 milioni di utenti, ha lasciato la Russia dopo essere stato costretto a vendere le sue quote nella società e poi a rinunciare alla sua carica di ceo.