“Le sanzioni statunitensi contro Huawei potrebbero aiutare ad alleviare una carenza globale nella fornitura di semiconduttori”, a dirlo è Cristiano Amon, Ceo entrante di Qualcomm. “Se l’unità chip interna di Huawei HiSilicon non è in grado di portare a termine i suoi progetti, la società potrebbe ordinare più chip da altri fornitori. Queste limitazioni libereranno anche capacità alla Taiwan Semiconductor Manufacturing (Tsmc)”, ha affermato Amon in un webcast con l’analista di Goldman Sachs Rod Hall riportato da Bloomberg.
L’evoluzione della domanda dei semiconduttori
Le case automobilistiche, insieme ad altri gruppi industriali, lamentano una produzione ostacolata dalla carenza di alcuni componenti chiave. Amon ha affermato che Qualcomm, i cui chip sono il cuore della maggior parte degli smartphone di fascia alta, ha registrato una domanda molto più alta del previsto. “La forte ripresa della domanda di prodotti che dipendono da chip, come personal computer, apparecchiature per reti domestiche e veicoli, ha creato una scarsità di offerta. Questa ondata si attenuerà in alcuni settori nella seconda metà dell’anno”, sostiene il manager.
Amon ha poi avvertito che qualsiasi fornitura liberata da un minor numero di ordini HiSilicon a Tsmc non si tradurrà in un aumento immediato dell’output per altri fornitori. “Ciò è in parte dovuto al fatto che ci vuole tempo per trasferire i progetti di chip realizzati altrove”, ha detto, aggiungendo che “qualsiasi risoluzione della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina richiederà tempo ed è probabile che la parte di questa disputa relativa ai semiconduttori sarà quella più difficile da dirimere”.
Lo scenario dal punto di vista di Qualcomm
Qualcomm al momento non è autorizzata a fornire Huawei, ma è disponibile a collaborare con il produttore di telefoni Honor, che di recente si è distaccato dal gigante tecnologico cinese. “Nel frattempo, Qualcomm sta fornendo chip ai rivali di Huawei in Cina, che stanno guadagnando quote di mercato sul fronte degli smartphone”, ha detto Amon.
D’altra parte, Qualcomm accoglie con favore gli sforzi per riportare la produzione di chip negli Stati Uniti. “La costruzione di stabilimenti statunitensi da parte di Tsmc e Samsung ci aiuterebbe: prenderemmo anche in considerazione la possibilità di dare ordini di produzione a Intel se il gruppo decidesse di aprire i propri stabilimenti alla produzione in outsourcing”, ha concluso Amon.