Un ritorno di fiamma tra Qualcomm e Nxp Semiconductors è escluso: il colosso americano dei chip ha reso noto che non c’è alcuna possibilità di riprendere in mano i negoziati per l’acquisizione della rivale olandese dopo che la Casa Bianca ha pubblicato una nota stampa, a margine del G20, in cui scrive che il presidente della Cina Xi Jinping ha affermato di essere “aperto ad approvae l’accordo Qualcomm-Nxp prima non approvato, se dovesse essere ripresentato”.
A ottobre 2016 Qualcomm ha messo sul piatto 38 miliardi di dollari per acquisire il produttore di chip Nxp. Il mega-merger (il più grande dell’industria dei semiconduttori) ha suscitato i timori delle autorità antitrust; in Europa la Commissione Ue ha aperto un’indagine approfondita sul deal, preoccupata che la transazione danneggiasse il mercato portando a prezzi più alti, scelta ridotta e minore innovazione nell’industria dei chip. Ma l’ostacolo che ha di fatto fermato l’operazione è arrivato dai regolatori cinesi, chiamati a valutare il deal in quanto la Cina è uno dei maggiori mercati per Qualcomm: a inizio anno l’antitrust cinese, in piena guerra commerciale con gli Usa, ha allungato i tempi dello scrutinio fino a spingere Qualcomm, a luglio, ad abbandonare l’operazione. “Ci siamo incagliati in qualcosa di più grand di noi”, aveva commentato il ceo di Qualcomm, Steve Mollenkopf.
Nel weekend, nell’ambito del G20 a Buenos Aires, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è incontrato con il presidente della Cina Xi Jinping, al quale ha concesso una tregua sui dazi. Nel riportare gli esiti dei negoziati col presidente cinese, la Casa Bianca ha scritto in una nota ufficiale pubblicata sul suo sito che Pechino è disposta ad approvare la fusione precedentemente bocciata tra Qualcomm e Nxp, “se l’offerta fosse ripresentata”.
Pronta la smentita del chipmaker californiano, che, riportano le agenzie di stampa Reuters e Bloomberg, si è detto grato di apprendere che il deal con Nxp sia entrato nei discorsi fra Trump e Xi, ma ha chiarito che “la deadline per la transazione è stata superata” e che “Qualcomm considera il caso chiuso”.
Qualcomm fornisce principalmente chip per gli smartphone Android e Apple, ma negli ultimi anni sta cercando di entrare in nuovi settori dall’alto potenziale, come 5G, Internet of Things e dei chip per le auto connesse. Il business di Nxp, che produce chip per l’industria automotive ma anche per i cellulari e ha una specializzazione nella tecnologia Nfc usata per i pagamenti mobili, è apparso complementare e ha suscitato l’interesse del colosso di San Diego.
A due anni di distanza da quell’offerta gli analisti sono concordi nell’affermare che per Qualcomm non è più conveniente rimettere sul piatto una cifra colossale per fare shopping mentre l’industria dei chip è in una fase di “correzione”, come ha scritto Morgan Stanley in una nota agli investitori riportata da Bloomberg. Secondo gli analisti Nxp potrebbe essere disposta ad accettare una nuova proposta, ma Qualcomm, che già ha dovuto sborsare una breakup fee per il deal andato in fumo e che ha avviato un programma di riacquisto di azioni proprie da 21 miliardi di dollari, non ha la stessa flessibilità finanziaria di due anni fa. “L’aumento dei tassi di interesse, la pressione sul core business di Qualcomm e la debolezza del mercato dei semiconduttori rende tutto più complicato ora”, scrive Morgan Stanley.
A inizio novembre Qualcomm ha ridotto le stime sul fatturato per il trimestre in corso, notando che sta vendendo meno chip perché ha perso il suo cliente di maggior peso, Apple; sulle prestazioni del chipmaker pesa anche il rallentamento complessivo dell’industria dei dispositivi mobile. Gli analisti confermano tuttavia la validità della strategia di Qualcomm che punta sulle opportunità legate al 5G e ai business adiacenti e sulla diversificazione del portafoglio clienti, che ha portato l’azienda a stringere alleanze con i produttori di cellulari della Cina Xiaomi, Oppo, Vivo e OnePlus.