LA TRIMESTRALE

Qualcomm, ricavi sotto le aspettative in attesa del boom del 5G

Il colosso dei semiconduttori registra per il terzo quarter 2019 un fatturato di 4,89 miliardi (-13%), inferiore anche al pronostico degli analisti. Il Ceo Mollenkopf: “Entro il primo quarter 2020 vedremo i benefici dei nostri investimenti”

Pubblicato il 01 Ago 2019

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In attesa che esploda il 5G, con tutto ciò che ne conseguirà sul piano della commercializzazione di dispositivi che avranno bisogno di chipset adatti alle reti di ultima generazione, Qualcomm deve affrontare un periodo di transizione che si riflette in risultati di bilancio tutt’altro che brillanti. Nonostante un margine di 80 centesimi di dollaro per azione, contro gli attesi 75 centesimi, nel terzo trimestre 2019, che copre il periodo aprile-maggio-giugno, il colosso dei semiconduttori ha infatti registrato un fatturato in calo del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, inferiore persino alle stime degli analisti: anziché mettere in moto un volume d’affari di 5,08 miliardi di dollari, come previsto, le vendite hanno portato ricavi per 4,89 miliardi. Hanno sicuramente influito il rallentamento della richiesta di soluzioni 4G e i rapporti commerciali con Huawei, resi come noto difficili dal ban dell’amministrazione Trump. Qualcomm, inoltre, non ha ancora contabilizzato i 4,7 miliardi di dollari che, secondo il patteggiamento raggiunto con Apple rispetto alla battaglia legale sulle licenze, sono stati versati da Cupertino come compensazione.

Lo sguardo dunque è rivolto all’immediato futuro, tanto che Qualcomm comincia a fare i conti sui vantaggi che il rilascio delle reti e dei servizi del 5G frutteranno nei prossimi esercizi. Innanzitutto, l’azienda nota che lo sviluppo del network procede molto più rapidamente di quanto successo in occasione del lancio del 4G: Qualcomm si aspetta la presenza di oltre venti operatori Tlc sul mercato e altrettanti produttori di hardware nei primi 12 mesi del roll out commerciale del 5G. All’alba del 4G, in campo c’erano solo quattro carrier e tre produttori. Senza contare che a differenza delle reti di quarta generazione, il nuovo network prenderà piede in un Paese le cui numeriche sono destinate a battere qualsiasi record degli anni passati. Parliamo naturalmente della Cina, dove Qualcomm prevede verranno installate circa 100 mila stazioni 5G entro la fine del 2019. Anche negli Stati Uniti, comunque, si assisterà a una vera e propria rivoluzione: se Verizon ha annunciato che tre telefoni su quattro di quelli che saranno lanciati l’anno prossimo saranno abilitati al 5G, At&T ha promesso che entro la metà del 2020 la copertura del segnale raggiungerà l’intera federazione. D’altra parte, la fusione T-Mobile/Sprint darà ulteriore impulso alla diffusione della tecnologia.

Tutti dati che consentono a Steve Mollenkopf, Ceo di Qualcomm, di commentare con ottimismo il futuro del gruppo: “Entro il primo trimestre del 2020 i nostri risultati finanziari cominceranno a riflettere i benefici ottenuti dagli sforzi che abbiamo profuso nel portare il 5G ovunque nel mondo”.

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