Un assaggio di futuro ad alta velocità. Qualcomm ha presentato oggi a Hong Kong una serie di nuovi processori Snapdragon compatibili con le precedenti generazioni di piattaforme, il modem LTE X16 che può arrivare alla velocità di 1 gigabit al secondo, e il primo apparecchio 5g, che per adesso rimane più un esercizio di stile che non un oggetto con un reale mercato ma che pone una seria ipoteca sullo sviluppo della quinta generazione di apparecchi mobili.
«Sappiamo che il tragitto verso 5G – spiega a CorCom Cristiano Amon, vicepresidente esecutivo di Qualcomm – sarà lungo. La copertura della nuova tecnologia non sarà completa perché presente solo in alcune aree ad alta densità. Bisognerà basarsi a lungo sul sottostante 4G LTE per mantenere connessioni veloci. Per questo abbiamo investito molto per arrivare alla velocità di un gigabit. In più con Ericsson, Netgear e l’operatore australiano Telstra abbiamo creato il primo servizio 5G nella banda dei 28 mm».
Il nuovo apparecchio, dotato di modem 5G Snapdragon X50 con il quale connettere i computer di casa, è capace di 6 gigabit al secondo di velocità.
Qualcomm ha lanciato anche tre nuovi processori che sono disponibili fin da subito per i produttori di smartphone e sono retrocompatibili con la generazione immediatamente precedente, permettendo l’evoluzione delle piattaforme esistenti in modo indolore. Snapdragon 653 e 626 per la fascia alta e Snapdragon 427 per la fascia media. Aumentano del 10% la performance, la capacità di memoria, la gestione dei telefoni con dual camera (vero trend di mercato) e hanno tutti a bordo il nuovo model LTE X9, passaggio intermedio verso la velocità gigabit che sarà invece disponibile sulla serie Snapdragon 800 (l’ammiraglia di Qualcomm).
L’obiettivo è fornire la capacità di calcolo che permetta di avere in maniera sempre più semplice sia la gestione delle immagini (ripresa, ottimizzazione, modifica) che del videoHD e 4K, realtà virtuale e realtà aumentata. Il gaming, fino a pochi anni fa il driver maggiore di crescita del settore, passa forse in secondo piano per via dell’evoluzione degli smartphone e dei tablet.
«Sono convinto – dice Amon – che siamo appena all’inizio della rivoluzione del mobile. Un passaggio importante è quello che otteniamo con i modem X16 capaci di velocità all’altezza delle connessioni in fibra ottica. Le nostre ottimizzazioni permettono di avere queste velocità con tre canali da 20 Mhz, mentre il nostro approccio a sistemi con un modem universale sono molto utili sia per gli OEM che per i carrier».
Secondo Qualcomm infatti l’evoluzione del mercato dei modem è passata da 6 piattaforme radio a una piattaforma universale, che permette economie di scala agli OEM e permette un aumento del valore, delle opportunità di roaming e del numero di apparecchi compatibili per i vari carrier.
«La piattaforma universale, che noi chiamiamo “all mode” – dice Amon – oggi è presente in 120 design e consente un ecosistema globale che fa raddoppiare il ROI degli attori di mercato».
Il problema, o come dice Amon “l’opportunità del nostro settore”, è dato dalla complessità del mercato delle frequenze radio: «Attualmente sommando le bande disponibili e le aggregazioni dei canali, al mondo ci sono circa 700 possibili combinazioni». Per questo Qualcomm si è sforzata di portare LTE gigabit su operatori che non hanno le bande più ampie ma possono lo stesso aggregare tre canali di 20 MHz di spettro. Le funzionalità possibili sono video a 360 gradi in streaming, realtà aumentata in tempo reale, video 4K, app istantanee, cloud computing e storage in tempo reale e infinito.
Invece, il chipset capace di supportare il 5G al centro ha il nuovo modem Snapdragon X50. Come spiega a CorCom Nagraj Kashyap, ex vicepresidente di Microsoft da un anno con Qualcomm, «abbiamo messo la prima pietra miliare di un percorso i cui prossimi passi sono le Olimpiadi di Seoul del 2018 con installazioni statiche insieme a Verizon e solo su alcune bande, e poi il 2020 come data di partenza dei servizi».
In prospettiva, il 5G sarà molto meno complesso e complicato nella sua realizzazione del 4G e soprattutto del 3G, che hanno creato non poche difficoltà nella selezione delle frequenze e nel roll out delle funzionalità. A cosa servirà? Se ne è parlato tante volte: un esempio viene dai tecnici di Qualcomm. Un drone capace di ripresa video HD o 4K che utilizza la potenza di calcolo del suo chipset per utilizzare sistemi avanzati di processo del video, machine learning per creare tag e altre informazioni rilevanti e caricare con 5G diretttamente nel cloud dove sistemi di intelligenza artificiale tagliano e cuciono in un montaggio completo il video e lo inviano agli apparecchi dell’utente, direttamente dal cloud, con il bitrate adatto ai vari contesti di connettività e con la possibilità di zoomare all’interno del video. Un futuro in cui l’intervento di operatori umani è molto limitato, in maniera tale da semplificare e rendere più facile l’utilizzo da parte anche degli utenti meno esperti. Soprattutto, un futuro sempre più veloce.