Il consiglio d’amministrazione di Qualcomm dice no anche alla seconda offerta avanzata da Broadcom per l’acquisizione del gruppo: i 121 miliardi di dollari messi sul piatto non sono stati giudicati sufficienti, sebbene l’offerente sembri determinato a non alzare ancora la posta e definisca la propria proposta come “la migliore e l’ultima”. Acquisito il parere negativo del Cda, ora la questione dovrà essere esaminata dall’assemblea degli azionisti tra un mese, e arriverà al voto come un’offerta “ostile”.
Motivando il no all’operazione il consiglio d’amministrazione sostiene che la proposta di Broadcom, salita tra la prima e la seconda offerta da 70 a 82 dollari per azione, “sottovaluta notevolmente” Qualcomm, e sarebbe ancora “ben al di sotto” delle aspettative dell’azienda.
Prima che si consumi una rottura definitiva, però, rimane ancora aperto uno spiraglio: quello di un incontro richiesto dal Ceo di Broadcom, Hock Tan, al presidente di Qualcomm, Paul Jacobs, per valutare “le questioni significative che rimangono irrisolte”: si terrà probabilmente la prossima settimana, dopo il rifiuto del chairman di Qualcomm di organizzarlo in tempi più rapidi.
L’ultima offerta messa in campo da Broadcom, se andasse in porto, sarebbe il più grande di sempre nel campo tecnologico. Jacobs ha chiarito i fatti in una lettera indirizzata alla società dei chip con sede a Singapore, spiegando che il Cda di Qualcomm “ha stabilito all’unanimità che l’offerta modificata sottovaluta materialmente le qualità di Qualcomm e cade ben al di sotto dell’impegno normativo richiesto dal consiglio, visto il significativo rischio al ribasso di una transazione che fallisce”, ha affermato Jacobs nella sua lettera. “Tuttavia, il consiglio di amministrazione si impegna a esplorare tutte le opzioni per massimizzare il valore per gli azionisti, e così saremmo pronti a incontrarci per consentirvi di spiegare come tentare di colmare queste lacune”.
L’offerta “solleva più domande di quelle a cui risponda”, prosegue Jacobs, che solleva anche il problema dell’acquisizione già programmata della società olandese Nxp, che produce chip per dispositivi mobili, e a cui non sarebbe stato “attribuito valore” nell’offerta avanzata da Broadcom.