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Quando l’app svolta l’indagine: il caso dei ciclisti incastrati dal fitness-tracking

L’applicazione Strava, che traccia percorsi e tempi, ha permesso alle forze dell’ordine di individuare immediatamente due persone responsabili di aggressione nei confronti di una donna

Pubblicato il 21 Dic 2015

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“Connettiti con gli atleti di tutto il mondo per mantenere la motivazione durante i tuoi allenamenti e durante le gare. Pianifica il tuo percorso, afferra un dispositivo ed esci”. Questo è lo slogan di Strava, app per il fitness-tracking, ma da oggi si potrebbe anche aggiungere una frase del tipo “se serve, aiutiamo anche le forze dell’ordine”.

È infatti grazie a questa applicazione che due ciclisti sono stati individuati e denunciati dai carabinieri di Baiso, comune nel reggiano, per aver rivolto ingiurie e minacce ad una donna, oltre ad averle danneggiato la macchina. Secondo i due la donna aveva effettuato un sorpassato azzardato rischioso per la loro incolumità e così avevano deciso di “vendicarsi”.

Dopo la chiamata immediata al 112 della signora al volante, i carabinieri hanno provato a rintracciare i ciclisti che, però, hanno fatto perdere le proprie tracce sfruttando una pista ciclabile non percorribile in macchina. Tenendo però conto dell’orario e del tragitto e sapendo che molti ciclisti della zona usano l’app Strava, le forze dell’ordine hanno pensato di analizzare l’applicativo facendo bingo.

Proprio tramite l’ausilio dell’app, che permette di condividere percorsi e tempistiche, sono facilmente riusciti a rintracciare i due, poi riconosciuti dalla vittima dell’aggressione. I due ciclisti avrebbero potuto condividere anche il tragitto fatto da casa alla questura per il riconoscimento, ma c’è da scommettere che vi abbiano rinunciato.

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