Il gruppo di lavoro alla base del progetto ARACE (Accenture Risk Analytics Center of Excellence) è nato quattro anni fa per capitalizzare le competenze maturate sull’ambito analitico durante una fase molto delicata per i gruppi bancari. “Siamo stati tra le prime aziende ad accompagnare gli istituti che necessitavano dell’autorizzazione della Banca d’Italia e della BCE nelle transizioni regolamentari di Basilea 2 e Basilea 3”, spiega Alberto Storace, Managing Director. “Ci siamo resi conto che stavamo facendo crescere un team con professionalità preziose e che sarebbe stato un peccato perdere queste competenze al termine dei progetti. Abbiamo quindi scandagliato il mercato per raccogliere nuove risorse, scegliendo di focalizzarci sui rischi di credito e accrescendo l’entità e gli ambiti d’azione della squadra”.
Via via il raggio è stato esteso al mondo del risk management, integrando strumenti di data governance, elementi di management e allargando il set di competenze analitiche. “Merito anche della macchina operativa che Accenture ci mette a disposizione: da 15 persone che costituivano il nucleo della squadra nel 2012, siamo passati oggi a un centinaio di risorse”, aggiunge Storace. “Spaziamo dalla consulenza pura agli aspetti più operativi. Ciò che infatti ci contraddistingue è il modo in cui il team coltiva figure professionali ibride”, conferma Marianna Leoni, Managing Director, “grazie alle quali stiamo ponendo le basi per industrializzare i processi di estrazione di insight dal dato. L’obiettivo è riuscire a ragionare sempre più rapidamente sul business dei clienti per assorbire un maggior numero di richieste e anticipare i tempi di delivery anche grazie alle analisi predittive”.
Testimone della metamorfosi della divisione, Piergiorgio Stano, Senior Manager, spiega che il training on the job è talmente efficace che anche i neolaureati maturano in fretta: “Nel giro di poco tempo sono pronti non solo a portare avanti le attività quasi interamente in autonomia, ma persino a gestire più progetti contemporaneamente. In ARACE non esistono silos, nessuno è specializzato in maniera esclusiva su singoli ambiti, mentre a tutti è richiesto di estendere il proprio sguardo, osservare fenomeni diversi e condividere quanto appreso, sviluppando in tempi brevi una profonda sensibilità sulle aree di business delle imprese con cui lavoriamo”. Essenziale quando i tempi di processo sono legati alla necessità di rispondere alle esigenze di compliance che nascono dall’introduzione di nuove normative.
Una delle 15 persone che costituiscono lo zoccolo duro del nuovo centro è Francesco Aurino, Consultant. Da quattro anni Aurino segue progetti digitali in ambito bancario e assicurativo, dalla raccolta dei requisiti alla realizzazione di soluzioni per la gestione dati con tecnologie eterogenee (come per esempio SAS e Hadoop). “L’approccio che mi è stato trasmesso mi permette di affrontare il mio lavoro in maniera strutturata e di aggredire temi e segmenti di mercato anche non immediatamente correlati alla mia formazione di base. A partire per esempio dalla creazione di processi end-to-end orientati alla governance”, racconta Aurino, sottolineando che in questo momento è impegnato nello studio delle tecnologie di machine learning. “È un salto culturale, e se all’inizio vivevo l’integrazione di skill non puramente tecnologiche come un male necessario, oggi sono consapevole del valore che tutto ciò comporta sul risultato. Per i prossimi anni ho l’obiettivo di rafforzare la mia funzione di interprete dalle istanze di business al linguaggio IT per ottimizzare le catene di rilascio delle soluzioni”.
Alessandra Cataldo, Analyst, è invece nel team da solo un anno e mezzo, e oltre a essere una delle leve più giovani di ARACE rappresenta anche in modo concreto la rotta tracciata da Accenture rispetto alla valorizzazione delle risorse umane: da una parte il bilanciamento delle componenti maschili e femminili, dall’altra lo stimolo a costruire su percorsi formativi spesso molto teorici – come per l’appunto la laurea in Matematica conseguita da Cataldo – professionalità il cui pragmatismo è indispensabile per il nuovo scenario competitivo. “Fin dal primo contatto con il team tutto è stato molto chiaro: qui si vive un clima di trasparenza sui risultati da ottenere, con obiettivi condivisi e colleghi senior che ci motivano sia sul piano lavorativo che su quello emotivo. La figura dell’Analyst”, prosegue Cataldo, “è peculiare perché collega il lato business agli aspetti più teorici dell’analisi, che vengono valorizzati in quanto aiutano a comprendere meglio e a interpretare i bisogni dei clienti, fornendo allo stesso tempo al team una base informativa essenziale per disegnare le soluzioni”. In pratica, in ARACE, si è generato un circolo virtuoso che alimenta entrambi i fronti. “La mia ambizione? Continuare a fare ricerca”, conferma Cataldo, “ampliando lo spettro delle conoscenze sul lato gestionale per apportare un contributo innovativo in ciascuna delle attività del gruppo”.