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Radio digitale, Cardani: “Switch off come per la Tv”

Il presidente Agcom: “Se Governo e Parlamento individassero una legge che imponga la produzione e la commercializzazione di apparecchi innovativi faremmo un grande passo avanti. Centrali gli investimenti dell’industria automobilistica”

Pubblicato il 27 Set 2016

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“Ci aspettiamo che l’industria automobilistica creda e investa di più sulla radio digitale. Anche perché, come regolatore, abbiamo progetti ed idee che non sono più compatibili con la vecchia radio analogica installata di serie su tutti i modelli di autovetture. Penso in primis ai servizi evoluti di infotraffico ed all’informazione d’emergenza in mobilità”. Così il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani, nel corso del convegno “La radio digitale: un’opportunità per i cittadini, il mercato e le imprese”. Cardani ha aggiunto che “se Governo e Parlamento si determinassero ad una scelta del tipo di quella compiuta con gli apparecchi televisivi, ossia alla individuazione con legge di una dead line che imponga la produzione e la commercializzazione di apparati radiofonici digitali, avremmo compiuto un grosso passo avanti”.

“Il lungo percorso di pianificazione della rete radiofonica digitale, che ci ha portati fin qua, lo abbiamo concretamente avviato nell’aprile del 2012 – ha proseguito – In totale in questi ultimi 4 anni abbiamo pianificato 16 bacini locali sul totale dei 39 previsti, corrispondenti a circa il 42% della popolazione. Un buon lavoro, soprattutto se commisurato al sostanziale immobilismo dei primi anni successivi al varo del primo regolamento Agcom in materia. Ma un lavoro che va necessariamente completato perche’ non intendiamo fare del Dab l’ennesimo cantiere incompiuto di questo nostro paese”.

“Ci sentiamo di prendere un impegno al riguardo, per quanto è nei limiti delle nostre forze e delle nostre competenze – ha annunciato – E solleciteremo la massima collaborazione con tutte le altre istituzioni coinvolte, in primis col Ministero, per giungere a soluzioni condivise e durevoli. Chiamiamo però anche tutti gli altri attori al massimo sforzo”. Secondo Cardani “uno sforzo speciale deve compierlo la concessionaria del servizio pubblico, che non solo deve fare ciò che il contratto di servizio le chiede di fare; ma a cui mi sentirei di rivolgere l’invito a sentire come proprio – più di quanto fatto finora – questo progetto di ammodernamento del paese”.

“Uno sforzo ulteriore compete alle imprese private del settore ed alle loro associazioni – ha sottolineato – Anche se molto è stato fatto, perché le radio nazionali private hanno coperto il 70% della popolazione con le proprie reti digitali e perche’ anche le più grandi delle radio locali stanno lavorando con intensità. Un compito importante, anche nel segno della creatività e della convinzione, spetta alle aziende produttrici e all’industria automobilistica”.

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