I chip sono stati al centro del dibattito dei membri della European Broadcasting Union (Ebu) che si sono incontrati a Bruxelles per la loro annuale Digital Radio Conference. Le emittenti pubbliche, in generale, sono state in prima fila nella transizione da analogico a digitale nel settore della radio: quello che chiedono è il roll-out “accelerato” di un chipset universale – l’Eurochip – che permetterebbe a tutti i nuovi device che ricevono trasmissioni radio di accedere a ogni possibile piattaforma e standard.
“L’incertezza ha ostacolato lo sviluppo della radio digitale in Europa”, ha affermato il direttore Audio and Music (in pratica, delle trasmissioni radio) della Bbc, Tim Davie. “Siamo probabilmente vicini al tipping point, una tecnologia dominante diventa standard per l’industria, ma prima dobbiamo goderci quello che abbiamo già pronto per il futuro della radio ibrida e digitale e unire le forze per promuovere una visione comune in tutta Europa”.
Tutti gli incontri di settore tenutisi a Bruxelles hanno un solo obiettivo: attrarre l’attenzione della Commissione Ue. La trasmissione radio non è mai stata un elemento importante nei programmi della commissione, ma il mercato pan-europeo della tecnologia è una delle grandi priorità. La famiglia di standard per le trasmissioni radio digitali più utilizzata al momento è stata sviluppata in Europa. Quando gli sviluppatori di chip e i produttori di elettronica di consumo asiatici hanno cominciato a interessarsi alla radio digitale, le aziende europee li hanno seguiti a ruota, anche se l’adozione da parte dei consumatori, al di fuori di Regno Unito e Scandinavia, è stata paurosamente bassa.
Anche se le dichiarazioni dell’Ebu non fanno cenno ai possibili produttori del chip multi-piattaforma per la radio, un candidato potrebbe essere STMicroelectronics (ST), con sede a Ginevra, Svizzera. Si tratta del maggiore produttore europeo di chip. ST ha introdotto un chip per la radio digitale che supporta tutta la gamma degli standard Dab più il Drm e i vecchi sistemi analogici Am/Mw e Fm, come si legge sull’eetimes.com (19 luglio). Il chip è stato sviluppato in collaborazione con Bosch Car Multimedia per “l’infotainment di prossima generazione per le auto”, da sempre l’anello mancante nello sviluppo della radio digitale.
Corre voce che la STMicroelectronics sia in fase di ristrutturazione (Bloomberg, 12 ottobre) e che abbia intenzione di liberarsi della produzione di semiconduttori per cellulari (anche per iPhone) e set-top-box per tv a favore della produzione di chip e sensori per automobili e console per videogiochi. La chiusura eventuale del business digitale di ST è faccenda complicata perché i governi francese e italiano possiedono il 27% e l’attenzione della Commissione Ue verso l’azienda di Ginevra è altissima. La ST ha negato per ora i rumors.
Il produttore di chip che ha più di tutti investito nella famiglia di standard Dab per la radio digitale è la britannica Frontier Silicon. Praticamente tutti i ricevitori digitali stand-alone per radio usano chip della Frontier Silicon che per 10 anni ha beneficiato del fatto di essersi mossa per prima sul mercato. L’azienda offre una vasta gamma di soluzioni IC e di rete per la radio digitale e per prima ha prodotto un chip multi-standard (nel 2008). Più di recente ha introdotto un prodotto multi-standard digitale e analogico per l’iPhone 5. A luglio, la Toumaz, altro chipmaker britannico, ha comprato la Frontier Silicon, tre mesi dopo che il fondatore della Frontier Silicon Anthony Sethill era diventato Ceo della Toumaz.
Intanto ha vissuto settimane difficili lo sviluppatore di chip britannico Imagination Technologies, anch’esso da tempo impegnato nello sviluppo di chip per la radio digitale. L’azienda possiede il produttore di ricevitori digitali Pure, ma il prezzo delle sue azioni è crollato (26 settembre) quando il partner americano Texas Instruments ha annunciato l’intenzione di uscire dal business di smartphone e tablet e ha subito un nuovo colpo (10 ottobre) dopo un report negativo degli analisti di borsa. “Dobbiamo espandere le attività oltre la radio digitale”, aveva affermato già il 6 gennaio su whathifi.com il direttore del marketing di Pure, Colin Crawford. “Anche se la radio digitale sta leggermente contrastando il trend negativo dell’elettronica di consumo in Uk, la nostra maggiore opportunità di crescita arriva dall’esportazione”. Non c’è mai un nanosecondo di noia nel business dei chip.
“Gli strumenti che hanno sostenuto le Ict nel mondo di ieri non riusciranno a sostenerlo domani”, ha dichiarato il vice presidente della Commissione Ue, responsabile dell’Agenda digitale, Neelie Kroes (25 settembre), illustrando i progetti per spendere gli 80 miliardi di euro del fondo Horizon 2020. “Il ritmo del cambiamento, lo spazio che si creato per le nuove idee rivoluzionarie, è troppo grande. Dobbiamo aggiornare le nostre politiche e procedure adeguandole al mondo digitale”. L’enfasi sarà, ha detto la Kroes, su “prodotti reali, servizi reali, posti di lavoro reali”.
L’Eurochip universale è un tentativo di risolvere un grosso problema, per quanto il meno costoso, per gli sviluppatori della digital radio. Ma è una soluzione che guarda avanti, nel futuro, immaginando che si crei un ampio interesse in un numero crescente di canali radio e che, forse, si spengano le trasmissioni analogiche. Lo standard Dab+, considerato più efficiente, è compatibile con il vecchio standard Dab (a livello più alto), ed è ampiamente adottato in Uk, Danimarca e Svizzera. Le emittenti pubbliche in questi paesi hanno continuato a offrire canali radio Dab, aggiungendone e togliendone alternativamente, generando solo confusione tra i consumatori. Agli early adopters, specialmente nei paesi con un pil alto, non importa. Ma altri potrebbero preferire il nuovo iPhone all’ennesimo ricevitore radio digitale. E poi, certo, l’accesso a Internet 4G cambia tutto… E la storia ricomincia.
* Michael Hedges/Followthemedia.com