Raee, altolà dei produttori “L’Ue non ci penalizzi sulla raccolta”

Confindustria Anie e Ceced chiedono al Governo di sostenere le aziende nell’iter di revisione della direttiva europea. Allarme per l’ipotesi di estendere la responsabilità finanziaria del produttore sin dalla raccolta dai nuclei domestici

Pubblicato il 25 Mag 2011

Confindustria Anie e Confindustria Ceced Italia, l'Associazione
nazionale dei produttori di apparecchi domestici e professionali
federata Anie, sono stati ricevuti in audizione dalla XIII
Commissione Territorio Ambiente e Beni Ambientali del Senato, in
merito alla proposta di direttiva del Parlamento Europeo e del
Consiglio sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
(Raee).

La direttiva 2002/96/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del
27 gennaio 2003 sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed
elettroniche (Raee), recepita in Italia dal D.Lgs. 151/2005, è tra
le legislazioni di maggiore impatto sulle imprese elettrotecniche
ed elettroniche, sia in termini economici sia gestionali.

Nel 2010 l'Italia ha riciclato il 30% dei rifiuti di
apparecchiature elettriche ed elettroniche, entro il 2016
l'Unione Europea ha alzato l'asticella degli stati mebri
all'85%.

"È estremamente preoccupante l'ipotesi di estensione
della responsabilità finanziaria del produttore nella gestione dei
Raee sin dalla raccolta dai nuclei domestici, come previsto dalla
Commissione e dal Consiglio – ha detto il presidente di
Confindustria Anie Guidalberto Guidi – I produttori non avrebbero
di fatto alcun potere di attuazione o di controllo sulla condotta
del singolo cittadino e pare evidente che ne risulterebbero più
svantaggi che vantaggi ambientali, visto che avremmo diversi
soggetti deputati alla raccolta".

"Auspichiamo ci si orienti verso un approccio pragmatico – ha
concluso il Presidente Guidi – che, secondo principi di
ragionevolezza e in virtù degli sforzi sin qui svolti, tenga in
considerazione le esigenze dell'industria del settore
elettrotecnico ed elettronico sulla proposta di revisione della
direttiva Raee, senza penalizzarla."

Per Confindustria Ceced Italia, il presidente Andrea Sasso ha
commentato: "La nostra Associazione ha promosso sistemi
collettivi Raee che, nei tre anni di operatività, hanno ottenuto
risultati straordinari raddoppiando i livelli di raccolta e
generando significativi risparmi nel rilascio di CO2
nell’atmosfera. Sulla base di questo patrimonio di competenze
chiediamo anche l’avvio di un tavolo permanente con tutti gli
attori del Sistema Raee a salvaguardia del sistema nazionale e
quale piattaforma per migliorare il nuovo quadro
regolatorio".

Molti dei comparti dell'industria elettrotecnica ed elettronica
rappresentata da Confindustria Anie sono tra i principali
"attori" in materia di gestione dei Raee e hanno
contributo in maniera sostanziale all'implementazione nel
nostro Paese del Sistema Raee. Tra questi vi sono i produttori di
elettrodomestici (piccoli e grandi) riuniti in Confindustria Ceced
Italia federata Anie, a cui si aggiungono le industrie
dell'illuminotecnica, degli strumenti di monitoraggio e
controllo, dell'informatica e dell'elettronica di
consumo.

Nonostante un quadro regolatorio in ambito nazionale, purtroppo non
ancora completo in tutte le sue parti, il sitema ha dato
dimostrazione di reale funzionamento, raggiungendo – a due anni
dall'avvio della sua concreta operatività – il target fissato
a livello europeo. Il Centro di Coordinamento Raee, che coordina i
sistemi collettivi Raee costituiti dai produttori, dichiara nel
2010 la raccolta di 245mila tonnellate di Raee (+27% rispetto al
2009), in gran parte monitor e televisori ma soprattutto
elettrodomestici (suddivisi tra grandi bianchi, piccoli
elettrodomestici e freddo e clima).

Anche su scala europea i soli grandi elettrodomestici rappresentano
in volume oltre il 50% dei Raee prodotti in Europa.

Proprio in considerazione di ciò Confindustria Anie e
Confindustria Ceced Italia hanno ritenuto necessario esporre alcune
valutazioni circa le attuali risultanze del processo di revisione
comunitaria della direttiva Raee, soprattutto in vista
dell'avvio della delicata fase di "seconda lettura"
in ambito europeo del provvedimento. La delegazione ha anche
formulato una serie di proposte concrete relativamente al campo di
applicazione della normativa, al principio della cosiddetta
responsabilità condivisa, al target di raccolta, agli obiettivi di
recupero, riciclaggio e preparazione per il riutilizzo, alla
definizione di produttore e registro.

In linea generale, ciò che è emerso è che la revisione della
Direttiva Raee – proposta della Commissione nel 2008 ed emendata
dal Parlamento e dal Consiglio Europeo nel 2011 – individua sì le
aree che possono essere migliorate, ma non contiene disposizioni
efficaci per risolvere i problemi.

Per garantire un efficace ed equo funzionamento della gestione del
flusso Raee, è indispensabile che tutti gli attori che possono
gestire i Raee siano soggetti a tutti gli obblighi della Direttiva
Raee (ovvero registrare, organizzare un adeguato trattamento dei
Raee e rendicontare i volumi gestiti).

Considerato l'elevato impatto della gestione dei Raee sui
settori rappresentati da Confindustria Anie, nonché la
complessità del sistema che coinvolge diversi attori, è stato
chiesto alla Commissione di indirizzare il Ministero
dell'Ambiente sul tema, richiedendo in particolare un incisivo
apporto da parte della delegazione italiana presso le istituzioni
europee, a sostegno delle richieste di cui sopra;  l'avvio di
un tavolo di lavoro permanente con tutti gli attori del sistema
Raee, quali la distribuzione, i comuni, gli operatori del fine
vita, per un confronto continuo sulla revisione della direttiva ma
anche per risolvere le problematiche della sua implementazione
nazionale, a salvaguardia, di un sistema Raee nazionale che ha ben
operato.

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