Raee, per l’Onu sarà boom entro il 2017

In cinque anni i rifiuti elettrici ed elettronici nel mondo saliranno del 33% fino a toccare i 65 milioni di tonnellate. Record dell’e-waste in Cina, al secondo posto gli Usa

Pubblicato il 17 Dic 2013

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I Raee ci sommergeranno: da 49 milioni di tonnellate nel 2012 i “rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche” saliranno a 65 nel 2017. Lo prevede il rapporto Solving the E-Waste Problem (StEP) Initiative promosso dalle Nazioni Unite, che sottolinea come già oggi ognuno dei 7 miliardi di esseri umani che popolano il pianeta getta via 7 chili di rifiuti elettrici ed elettronici all’anno, per un totale che sfiora appunto i 49 milioni di tonnellate. Nei prossimi cinque anni ci sarà una crescita del 33%, portando la cifra a 65,4 milioni di tonnellate: in pratica, sottolinea l’Onu, un peso equivalente a quello di 200 Empire State Building o 11 piramidi di Giza.

Il record dell’e-waste spetta alla Cina: è prima nella classifica delle merci appartenenti a questa categoria con 11,1 milioni di tonnellate immesse sul mercato, seguita dagli Stati Uniti con 10 milioni di tonnellate. Ma la graduatoria si inverte quando si passa alla quantità dei prodotti elettronici buttati via. Gli Usa, essendo partiti prima, hanno maggiori volumi di scarto: 9,4 milioni di tonnellate contro i 7,3 della Cina. E se ogni cinese ‘provoca’ in media 5 chilogrammi di questi rifiuti, sono quasi 30 chili quelli creati da ciascun americano, perché più prodotti già immessi sul mercato negli Usa diventano presto obsoleti, soffocati dalla concorrenza delle grandi marche e vengono ritirati.

Uno studio del Massachusetts Institute of Technology ha evidenziato come gli Stati Uniti abbiano buttato 258 milioni di computer, monitor, televisori e telefonini nel 2010, di cui solo il 66% è stato riciclato.

Sempre negli Usa, nel 2011 solo 12 milioni di cellulari hanno avuto un processo di smaltimento regolare, a fronte di un acquisto complessivo di 120 milioni.

Tornando al rapporto dell’Onu, il record di rifiuti pro capite spetta in ogni caso al Qatar (63 chilogrammi), seguito da Lussemburgo (49), Singapore (36), Norvegia (33) e Hong Kong (30).

Ma dove finiscono computer, palmari, televisori, frigoriferi e lavatrici gettati via? “L’obiettivo dello studio – risponde Jason Linnell, direttore del Centro nazionale per il riciclo degli apparecchi elettronici (Ncer) – è comprendere meglio le rotte illegali per sistemare il puzzle delle esportazioni dei rifiuti elettrici ed elettronici. A fronte di aumenti così vistosi si tratta di ottenere un quadro il più preciso possibile per impostare la migliore linea di risposta”.

Di fatto la quota di commercio clandestino resta molto alta. Dall’indagine dell’Onu emerge che gli apparecchi più grandi, soprattutto tv e monitor, dagli Stati Uniti vengono esportati verso destinazioni come Messico, Venezuela, Paraguay e Cina, mentre i pc usati, soprattutto portatili, hanno più probabilità di andare verso i Paesi asiatici e africani.

Anche l’Europa non è esente da colpe. Un’inchiesta dell’Interpol (l’organizzazione internazionale di contrasto al crimine) ha rivelato che quasi un container su tre che lascia l’Ue, tra quelli che sono stati controllati, contiene rifiuti elettronici illegali. Le indagini penali sono già state avviate contro 40 società.

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