L'INTERVISTA

Ragosa (Agid): “Cloud pubblico, al via la gara da 2 mld”

Il direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale svela al Corriere delle Comunicazioni le prossime tappe. Il bando previsto in autunno e l’assegnazione a gennaio

Pubblicato il 04 Ott 2013

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“Tra settembre e ottobre faremo il bando da 2 miliardi di euro per il cloud pubblico e prevedo un’assegnazione per gennaio. Non potevamo farlo prima perché aspettavamo di completare le linee guida sul cloud, uscite quest’estate”.

Agostino Ragosa, direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale, sta lavorando al grande cloud della pubblica amministrazione, su vari fronti: servizi e infrastrutture (datacenter). Avanti, nonostante l’assenza ancora dello Statuto dell’Agenzia.

“Il bando dirà come va fatto il cloud per la Pa, come già descritto nelle linee guida. Che i servizi devono essere presenti in datacenter almeno di livello Tier 3, con alti standard di sicurezza, business continuity, disaster recovery, e il collegamento a una rete banda larga che arrivi fino ai Comuni”.

Il tema dei servizi cloud si intreccia quindi con quello dei datacenter, “poiché sono dati importanti e vanno messi in luoghi sicuri”, e le due cose viaggieranno in parallelo nei piani dell’Agenzia (e quindi del Governo). Grazie a fondi già disponibili per l’ICT pubblico, “su cui l’Italia già ora spende 10 miliardi di anni, spesso sprecandoli per manutenere sistemi vecchi di cui non c’è più necessità”.

“Il bando si rivolge a fornitori nazionali e internazionali, da cui le Pa potranno poi attivare i propri servizi cloud sostituendo così quelli adesso gestiti sui propri sistemi locali. Ma un tema è: i datacenter di questi servizi dove devono stare? In Italia? O basta che sano in Europa? Io credo: dipende dai servizi”, continua Ragosa.

Nel contempo, va avanti il progetto di fare datacenter regionali, su cui adesso le cifre oscillano (tra i 40 e 50, “idealmente due per Regione”), comunque molto meno rispetto agli attuali 4 mila Ced (Centro elaborazione dati) presenti in Pa locali e centrali.

L’idea di Ragosa è coinvolgere le Regioni, trasformandole in responsabili dell’ICT pubblico territoriale. A loro quindi il compito di accentrare i Ced creando datacenter regionali: lo sta facendo, da pioniera, la Regione Emilia Romagna in collaborazione con i Comuni. Entro fine anno è previsto il primo datacenter pilota di questa strategia, a Parma.

“Tutto questo è necessario per i servizi dell’Agenda digitale come il fascicolo sanitario elettronico e l’Anagrafe unica della popolazione, che sarà il primo esempio di grande servizio cloud pubblico italiano”.

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