Più digitale per rilanciare il ruolo della Rai. L’appello arriva dalla Cgil ed è rivolto al ministero per lo Sviluppo economico in vista della scadenza – il 30 aprile – della proroga per il rinnovo della concessione per il servizio pubblico radiotelevisivo. “In troppe convenzioni si è descritto un ruolo della Rai come traino dell’innovazione tecnologica, con enunciazioni di principio che non hanno prodotto conseguenti risultati – si legge nel documento a firma di Vincenzo Colla segretario confederale Cgil nazionale, Massimo Cestaro segretario generale Slc Cgil nazionale e Fulvio Fammoni, presidente Fondazione Di Vittorio – Sarebbe questa volta necessario un più dettagliato ragionamento sulle diverse tecnologie, anche in relazione ai nuovi assetti frequenziali per migliorare l’accesso a tutti i cittadini italiani ai contenuti veicolati sulle diverse piattaforme, senza costi ulteriori rispetto al canone. È evidente la necessaria chiarezza sulle prospettive e sugli assetti delle reti proprietarie dei network radiotelevisivi”.
“La radio è una delle piattaforme in grande crescita. Questo dato è evidenziato anche dall’incremento delle entrate pubblicitarie e dalla dinamicità del mercato radiofonico – dicono poi dal sindacato – C’è un ritardo invece nel servizio pubblico dell’evoluzione tecnologica in questo settore che negli anni ha reso marginale lo strumento radiofonico”.
La Cgil ricorda che il rinnovo della concessione non è l’unico atto necessario per la prosecuzione dell’attività; andrà accompagnata da una convenzione e dal contratto di servizio. “Sarà questa la data ultimativa, come annunciato dal Governo o assisteremo all’ennesimo rinvio? E nel caso si dovesse rinnovare la concessione, quale discussione di merito, trasparente e partecipata sarà garantita?”, si chiedono i tre, constatando che ancora non sono definiti i contenuti del piano industriale.
Proprio per queste difficoltà il sindacato indica alcune priorità, oltre alla necessità di spingere sul digitale.
Il canone in bolletta elettrica ha sicuramente ridotto l’evasione – si legge nel documento – Ma è noto che, per il combinato della riduzione di 10 euro decisa nell’ultima legge di bilancio e le diverse imposizioni previste, le previsioni della quota effettiva a disposizione per il 2017 sono simili a quelle degli ultimi anni. Di fatto, ad oggi, non esiste ancora un dato ufficiale e incontrovertibile sulle entrate da canone relative al 2016. I governi hanno utilizzato le “manovre” sul canone per scopi finanziari, elettorali o come strumento di intromissione nella gestione aziendale. In questo contesto la nuova concessione deve dare certezza di programmazione, auspicando che “i contratti di servizio si riducano a due e bisognerebbe stabilire almeno che, per la durata quinquennale di quei contratti, il gettito del canone non si riduca, dando così certezza di programmazione”.
Focus anche su Rai Way: entro il 2022 in vigenza della nuova concessione, è prevista la liberalizzazione della banda da 700mhz. “Si vuole aspettare il secondo contratto di servizio per iniziare a discuterne (come al solito arrivando con decisioni già prese) o indicare già adesso alla Rai un credibile quadro di transizione che orienti le strategie tecnologiche dell’azienda e la scelta di nuovi standard di trasmissione – chiede la Cgil – In questo periodo di innovazione tecnologica che ruolo dovrà avere Rai Way, controllata Rai collocata in borsa?”
Per quanto riguarda il ruolo della Rai come “grande istituzione culturale italiana”, serve investire di più su canali dedicati alla cultura, ai minori, delineando ancora meglio il ruolo di sviluppo e qualificazione che la Rai può svolgere per l’industria creativa nazionale, anche investendo risorse importanti, definendo un nuovo rapporto con i produttori e le società di produzione televisive. Ciò anche in relazione all’assetto del mercato pubblicitario. A questo va aggiunta una diversa attenzione e qualità verso l’informazione internazionale e verso i cittadini di lingua italiana all’estero con un rinnovato impegno per il rilancio e l’uso corretto della lingua italiana.
Alla fine l’appello a un confronto partecipato in vista del rinnovo del contratto di servizio: “Ci auguriamo che vadano in questo senso le scelte di confronto partecipato ma, in ogni caso, non rinunceremo ad esprimere pubblicamente il nostro parere e svilupperemo tutte le iniziative necessarie per contribuire a costruire una nuova carta d’identità della Rai”.