La Rai imita Netflix: l’idea del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto è creare una batteria di programmi online a pagamento. Prodotti fruibili solo con smartphone, tablet o smart tv. Il modello è Netflix, ma anche Sky Online, Tim Vision e Mediaset. Lo scrive La Repubblica.
Sarebbe un modo per sfruttare il nuovo mercato. E allo stesso tempo un espediente che colmerebbe, almeno in parte, una delle falle del canone in bolletta: far pagare la Rai anche a chi non ha un televisore. I problemi però non sono pochi.
La novità deve passare dal parlamento: devono essere le Camere ad autorizzare la tv pubblica a diventare (per un pezzo) pay tv e rivedere i termini del contratto di servizio.
Ma quanto vale questa nuova fonte? Secondo le previsioni 60 milioni l’anno. Una previsione ottimistica, visto che oggi il giro d’affari tocca complessivamente 40 milioni. La Rai, quindi, non avrà introiti immediati da capogiro. Ma spera di prendere al volo un treno che potrebbe, in un futuro prossimo, diventare remunerativo.
Oggi – come si legge – l’intero settore tv via cavo genare 40 milioni di ricavi. “Siamo agli albori”, ammette Campo Dall’Orto. Ma il treno prima o poi comincerà a corriere nel 2018 il settore avrà un valore di 3,85 miliardi nella sola Europa Occidentale.
Per fare soldi, dunque, si scommette sullo Svod modello Neflix. Ma secondo Campo Dall’Orto, rispetto al colosso Usa, la Rai ha dei punti di forza in più legati alla riconoscibilità del brand, all’ampia base clienti e alla grande disponibilità di contenuti proprietari.