Il tempo corre velocemente intorno alla crisi che da settimane si è abbattuta sulla Rai. Le notizie del giorno sono che è stato convocato il Cda per il prossimo venerdì (ma già circolano ipotesi di rinvio) dove potrebbe essere affrontato il tema della nomina del nuovo DG, dopo l’uscita di Campo Dall’Orto, e che nessuno al momento, oltre la formalità, è in grado di garantire la conferma della presentazione dei palinsesti, prevista il prossimo 28 giugno.
Una nostra fonte ci riporta un pensiero corrente, nonché una forte preoccupazione, che gira ai piani alti di Viale Mazzini: “sarebbe prudente rinviare la data dell’appuntamento di Rai Pubblicità a quando ci saranno maggiori certezze, almeno sui contratti artistici di maggior rilievo”. Per confortare questa argomentazione, vengono proposti gli esempi di “Porta a porta” dove è nota la posizione problematica di Bruno Vespa, così come quella di Fabio Fazio che, proprio nei giorni scorsi, ha dichiarato che ritiene il suo solo punto di riferimento il cavallo di Messina.
Il possibile rinvio della presentazione dei palinsesti non è cosa da poco conto. Significa, anzitutto, non poter dare certezze agli inserzionisti sulle programmazioni e quindi date, personaggi, contratti e quant’altro occorre a definire un quadro di risorse economiche sulle quali contare. A questo proposito, la recente uscita del CFO Rai potrebbe rendere questo ambito ancor più problematico per le finanze Rai che invece, come ogni azienda, ha bisogno di certezze. Inoltre, la presentazione dei palinsesti rispecchia anche un aspetto non secondario del ruolo di servizio pubblico radiotelevisivo che ricopre la Rai: la qualità dell’offerta editoriale. Ed anche questo rilievo, non è di poco conto: riguarda i contenuti, le scelte, gli indirizzi generali che si intendono seguire nell’offerta di prodotti radiotelevisivi a chi paga il canone.
Dare maggiore impulso alla fiction invece che all’intrattenimento, alle serialità di acquisto o di auto o coproduzione significa spostare o meno budget in modo significativo. Ma, aggiungiamo, il tema palinsesto si incrocia in modo determinante con un altro tema non meno di riguardo: l’informazione. È noto che proprio in queste ore la politica sta attraversando un passaggio cruciale con l’approvazione della legge elettorale e con le possibili elezioni anticipate alle porte. Giocoforza, è facile supporre che la direzione delle news Rai debba godere, per quanto possibile, della più ampia fiducia da parte dei partiti, di governo e di opposizione. Non è un caso che, nonostante la crisi del vertice Rai fosse nell’aria da tempo, tuttora il balletto dei nomi possibili candidati non smette di girare e, tra questi, girano anche nomi di noti giornalisti in servizio a Saxa Rubra o di ritorno da altre esperienze.
Torniamo al Cda e alla possibile nomina del nuovo DG. Gli scenari possono essere solo due: o si nomina un interno che già conosce dettagliatamente i dossier ed è in grado di agire subito su decisioni notevolmente impegnative e, proprio per questo potrebbe essere indotto a prudenza. Oppure si sceglie un nome esterno e, ancor più a ragione, dovrebbe essere indotto al doppio della prudenza proprio perché prima di mettere la firma ai piani di produzione vorrebbe, giustamente, avere bene le idee chiare. In ogni caso, l’invito alla prudenza che spinge al rinvio del 28 viene letto con attenzione dagli interessati.
Come abbiamo scritto in un precedente articolo, la partita palinsesti è fortemente intrecciata con quella del tetto ai compensi di 240 mila euro previsto dalla Legge e si gioca sul fondo dell’altra, da poco iniziata, non meno importante: il nuovo Contratto di Servizio. A questo proposito, il gruppo di lavoro incaricato di predisporre la bozza di lavoro è composto da buona parte della vecchia guardia di Campo Dall’Orto come Pierpaolo Cotone, Direttore Affari Legali, Guido Rossi, Direttore Staff DG, e Raffaele Agrusti (ex CFO e dimesso nei giorni scorsi). Si parla spesso di spoil system e, se pure in ambito Rai venisse applicato questo sistema, si potrebbe immaginare uno scenario dove qualcuno dovrebbe avere gli scatoloni di fronte alla porta. E allora, per il rinnovo del Contratto si potrebbe iniziare una nuova partita.
Sempre in tema di scatoloni e di Contratto di servizio, nel mentre qualcuno, Agrusti, li ha fatti da Viale Mazzini, gira con insistenza la voce che potrebbe rimanere come Presidente di Rai Way fino al prossimo dicembre. Sarebbe una ben strana vicenda dove la quotata Rai continuasse ad essere presieduta da un dipendente di un’altra azienda. Ma, evidentemente, su questo dettaglio la politica non è ancora arrivata.