“Da oggi la Rai è una media company”. Lo ha detto il direttore generale di viale Mazzini, Antonio Campo Dall’Orto, presentando con il direttore Digital, Gian Paolo Tagliavia, RaiPlay, la televisione on demand della tv pubblica. “Oggi per noi è un giorno molto importante – ha detto il dg -, l’attività di sviluppo digitale ci ha dato molte soddisfazioni. Questa attività è il cuore della rivoluzione che avevamo in mente. Siamo riusciti a fare un passo avanti di un certo tipo, nulla già è come prima. Il consumo non lineare è destinato ad aumentare ancora. RaiPlay ha colmato il gap. Abbiamo recuperato 10 anni in 10 mesi. I numeri degli Europei e delle Olimpiadi sono stati molto buoni”. L’Italia “è afflitta da un forte digital divide'” ma “fra tre anni una TV su 2 in Italia sarà connessa a internet” e in questo senso “la Rai è motore dell’inclusione digitale”. Per il dg la Rai ora “è fruibile”, anzi “è rappresenta un buon motivo per fare il primo abbonamento alla banda larga”.
Dallo scorso mese di settembre RayPlay ha sostituito e ampliato le funzioni di RaiTv, sia di streaming in diretta, portando a 14 il numero di canali Rai visibili, sia di replay, offrendo un catalogo aggiornato e personalizzato. Senza dimenticare novità nei servizi, come la registrazione, il “guarda dopo”, “ultimi visti”, pluridevice e guarda offline.
Quanto a RaiPlay, “apertura e semplicità d’uso sono le sue caratteristiche principali” ha detto Gian Paolo Tagliavia, Chief Digital Officer e Presidente di Rai Com. “Contrariamente a quanto avviene in alcune offerte on demand, su RaiPlay non è richiesto abbonamento né telecomando particolare, è accessibile per chiunque abbia una tv connessa”. E i numeri “ci danno ragione – dice Tagliavia – l’applicazione RaiPlay è stata scaricata più di 4 milioni di volte”.