L'APPELLO

Rapari: “La politica non metta in liquidazione le imprese Ict”

Assintel si unisce alla mobilitazione di Rete Imprese Italia. Il presidente: “Serve una nuova etica di fare business che parta dalla PA”. E sull’Agenda digitale: “Subito operativa”

Pubblicato il 28 Gen 2013

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Assintel si associa alla mobilitazione di Rete Imprese italia che si appella alla politica perché non metta in liquidazione le imprese. L’associazione nazionale delle imprese Ict e digitali di Confcommercio, ponendo l’accento sulla situazione delle aziende Ict, evidenzia che settore nel 2012 ha segnato un tonfo di oltre il 3% e 3 sono i miliardi di euro persi negli ultimi quattro anni. A pesare ulteriormente sulla crisi il fatto che le imprese sono strozzate dalla mancanza di liquidità e di credito: la PA paga in ritardo, i costi fissi sono inauditi perché tassano il lavoro, che nel nostro settore è la principale voce di spesa, e le banche non finanziano le piccole aziende.

“Ci vuole un’etica del fare business che parta dalla Pubblica Amministrazione – dice Giorgio Rapari, Presidente di Assintel – è inaudito che lo Stato ritardi i propri pagamenti alle imprese che hanno fornito servizi e poi pretenda da loro subito una serie infinita di tasse. Si renda obbligatorio che la PA paghi a 30 giorni, se così fosse si finanzierebbe in automatico il circolante che a causa sua manca”.

In vista delle elezioni e della nomina del nuovo governo, Assintel mette in risalto come l’Irao, unita al cuneo fiscale, sta strozzando le aziende perché noi siamo aziende che vivono sul capitale intellettuale: quella tassa iniqua va eliminata, rimpiazzandola con i proventi della lotta all’abusivismo e all’evasione”.

Sul tema Agenda digitale, l’associazione ricorda che è di vitale importanza che il provvedimento divenga subito operativo, perché serve a mettere ordine nel Paese semplificando i rapporti fra Pubblica amministrazione da un lato e cittadini e imprese dall’altro. “E’ la PA che deve riformarsi- avverte Rapari – semplificarsi, rendere disponibili e interoperabili i dati attraverso una sola porta d’accesso per dialogare. Per tutte queste ragioni, conoscendo le alchimie del bizantinismo della nostra cultura politica, penso sia indispensabile che la sua realizzazione faccia capo direttamente alla Presidenza del Consiglio”.

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