IL REPORT

Rc auto, Ivass bacchetta i siti comparativi: “Scorretti e poco trasparenti”

L’istituto di vigilanza chiede misure correttive entro il 31 gennaio 2015: “Indicare in home page partnership a pagamento e quote di mercato confrontate. E adottare uno standard uniforme per le caratteristiche chiave delle polizze”

Pubblicato il 25 Nov 2014

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Scorretti e poco trasparenti. Così l’indagine appena pubblicata dall’Ivass, istituto di vigilanza sulle assicurazioni, definisce i siti internet che comparano i prezzi della Rc auto delle compagnie assicurative. In realtà vengono pubblicizzate, secondo quanto accertato dall’Ivass nel suo studio finalizzato a verificare il livello di correttezza e trasparenza delle informazioni e delle quotazioni fornite dai siti di comparazione, soltanto le offerte delle compagnie con cui i siti hanno stretto rapporti commerciali, e dalle quali di conseguenza percepiscono provvigioni. Il numero delle compagnie pubblicizzate, poi, è in genere superiore a quello delle imprese effettivamente confrontate.


“L’indagine ha preso spunto dalla forte diffusione della comparazione on line di prodotti assicurativi nel settore Rc auto (circa 12,9 milioni di preventivi effettuati nel 2013 attraverso 6 siti operanti in Italia) – spiega l’Ivass – Dalle verifiche sono emersi diversi profili di criticità per i consumatori: i siti comparano solo (o prevalentemente) i prodotti di poche imprese con cui hanno concluso accordi e da cui percepiscono provvigioni in relazione a ciascun contratto stipulato attraverso di essi. Il numero delle compagnie pubblicizzate è in genere superiore a quello delle imprese effettivamente confrontate e la comparazione è basata esclusivamente sul prezzo e non tiene conto delle diverse caratteristiche dei prodotti in termini di massimali, franchigie, rivalse ed esclusioni. Ciò comporta il confronto di prodotti disomogenei e non sempre adeguati alle esigenze assicurative dei consumatori, rischio amplificato dalla diffusa pratica dell’abbinamento automatico di coperture accessorie non richieste dall’utente”.


“I siti fanno largo uso di messaggi pubblicitari formulati in modo da ingenerare nei consumatori il convincimento di poter ottenere notevoli risparmi (‘fino a 500 euro’) e di acquistare il ‘miglior prodotto’ o di rivolgersi alla ‘migliore impresa’. Non indicano tuttavia i criteri di valutazione dei prodotti e delle imprese – spiegano da Ivass – né le basi di calcolo del risparmio promesso. Sono stati analizzati 6 siti che forniscono servizi di comparazione nel settore assicurativo: Chiarezza.it, Comparameglio.it, Facile.it, Segugio.it, 6Sicuro.it, Supermoney.it. Si tratta per lo più di siti multiservice che confrontano offerte relative anche a prodotti di altri settori, come mutui, prestiti, conti correnti, Adsl, Pay Tv”.
Delle 68 imprese, italiane ed estere, operanti in Italia nel ramo Rc auto, i siti comparano solo (o prevalentemente) 7 compagnie dirette, che operano mediante tecniche di vendita a distanza, con cui hanno stipulato appositi accordi di collaborazione e dai cui percepiscono provvigioni, spiega l’Ivass.


Per rimuovere queste criticità Ivass ha chiesto ai siti “di adottare specifiche misure correttive entro il 31 gennaio 2015”. I principali interventi richiesti dall’Ivass sono: “Indicare in maniera evidente in home page l’elenco delle imprese di assicurazione e/o degli intermediari con cui sussistono accordi di parternship ai fini della comparazione e indicare con caratteri grafici di adeguata evidenza che il servizio di comparazione offerto è soggetto a remunerazione da parte di tali imprese”. Inoltre i siti saranno chiamati a “dare chiara indicazione sul sito in home page della quota di mercato comparata (intesa come numero delle imprese comparate rispetto al numero totale delle imprese presenti sul mercato); non basare la comparazione solo sul prezzo, ma anche sulle caratteristiche ‘chiave’ della polizza, presentando queste ultime secondo uno standard uniforme, in modo da agevolare il confronto tra le diverse offerte”.

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