L’Italia ha bisogno di infrastrutture di banda larga soprattutto sul fisso e Telecom è impegnata a soddisfare le esigenze di un paese che vuole rapidamente crescere con un piano che prevede 10 miliardi di euro di investimenti in tre anni. Lo ha dichiarato oggi il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi intervenuto a Roma alll’incontro Global Trends in Online Safety: Creating a National Framework, confronto internazionale sulla prevenzione dei rischi nel web per i minori organizzato da Tim in collaborazione con Fosi.
“Questo governo ha un piano strategico per Internet costruito sulla domanda che permette anche un ritorno sugli investimenti”, ha proseguito Recchi, “ma ovviamente va aumentata la domanda rispetto a quella attuale creando cultura digitale”.
In Italia sono finora mancate le politiche per rendere il paese digitale. Oggi la volontà e l’impegno politico esistono, ha indicato Recchi, e le scuole sono la base per la formazione delle nuove competenze digitali e dei cittadini del futuro. Anche per questo Telecom è impegnata a diffondere la cultura di Internet, facendo conoscere a giovani, insegnanti e famiglie opportunità e rischi con iniziative quali Programma il futuro, Maestri in digitale, Youteach, Una vita da social, Junior Tim Cup, Volley Tim Cup.
“L’obiettivo di Telecom non è solo fornire strumenti, come connettività e terminali, ma competenze e formazione degli insegnanti”, ha sottolineato Recchi ricordando l’accordo con il ministero dell’Istruzione col quale Tim ha messo a disposizione oltre 400 volontari per Programma il futuro, il progetto del Miur e del Cini per l’educazione digitale del paese. “Non basta avere il wifi nella PA e nelle scuole ma occorre saper usare le opportunità della Rete”, ha proseguito Recchi.
Sui corsi di programmazione a scuola, Recchi ha affermato che anche così “si formano i futuri protagonisti dell’economia digitale, forse anche una Silicon Valley italiana”. Ma soprattutto è alla scuola che spetta il compito di “formare una mentalità imprenditoriale nei giovani italiani”.
Al tempo stesso, il digitale è un potente strumento a favore della semplificazione e della trasparenza nelle pubbliche amministrazioni, ha proseguito Recchi. “Si rendono i processi visibili a tutti. Il digitale può promuovere un veloce cambiamento in Italia”.
Il presidente di Telecom ha citato anche l’esperienza di Expo a Milano, dove Telecom ha fornito la rete fissa e mobile e creato una vera smart city. “Si è trattato di un laboratorio, una sperimentazione, e dopo la chiusura dell’esposizione lo spazio potrebbe diventare incubatore di start-up“.
Altra menzione è stata fatta al mercato europeo delle Tlc e alla perdita del primato che l’Europa deteneva ai tempi del Gsm. “Allora il servizio mobile negli Stati Uniti era inferiore, l’Europa era leader”, ha ricordato Recchi. “Oggi la situazione è ribaltata: abbiamo un ritardo su reti e servizi mobili avanzati e la regulation vigente ha un impatto su questo”, ha sottolineato il presidente di Telecom con un chiaro riferimento all’esigenza di consolidamento.
Recchi ha invece riservato un plauso alla Carta dei diritti e doveri su Internet italiana recentemente presentata dalla presidente della Camera Laura Boldrini, frutto della “collaborazione tra pubblico e privato”. Per Recchi Internet non può essere un territorio senza regole, un “Far West”, ed è guusto che il governo si occupi di fissare diritti e doveri.
Un ultimo commento del presidente Telecom è tornato sul tema-chiave del convegno Tim–Fosi, la sicurezza digitale. Per Recchi le cyber-minacce sono il più grave rischio che debba affrontare oggi la comunità globale, paragonabile al rischio della guerra nucleare alcuni decenni fa. La risposta è un impegno congiunto di tutti gli stakeholder, a livello internazionale, perché le minacce e gli attacchi sono globali e possono colpire anche aziende e infrastrutture sensibili. “Telecom ha un team che si occupa specificamente di minacce e sicurezza sulla rete”, ha concluso Recchi. “Siamo consapevoli che oggi i giovani, forti utlizzatori di smartphone e Internet, sono molto esposti ai rischi digitali ma l’educazione e la formazione delle giuste competenze contribuiranno a costruire una nuova consapevolezza”. Con la quale i giovani domani riusciranno magari a rendere il mondo, reale e digitale, un po’ meno minaccioso.