I PILLAR DI CORCOM

Recovery Fund, accordo raggiunto. Ecco come accedere alle risorse

Intesa tra Parlamento europeo e Stati membri della Ue sul Recovery Fund da 750 miliardi. All’Italia spettano oltre 200 miliardi. Tutto quello che c’è da sapere sui tempi e sui progetti finanziabili

Pubblicato il 11 Nov 2020

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Update 10 marzo 2021

Il Mef ha stimato al ribasso le risorse del Recovery Fund destinate all’Italia. Per quanto riguarda la dotazione, il Recovery fund “prevede fondi a disposizione del nostro Paese per circa 196 miliardi a prezzi correnti, 69 sotto forma trasferimenti, 127 sotto forma prestiti”, ha spiegato il minsitro del’Economia, Daniele Franco. Tuttavia gli ultimi dati, ha ricordato, e il regolamento europeo che prende a riferimento il Pil del 2019, portano “a una stima dell’entità delle risorse per circa 191,5 miliardi, leggermente inferiore a quella indicata a gennaio”.

L’Europa va avanti con la strategia di ripresa. In sede di Consiglio tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’Ue è stato raggiunto l’accordo sul prossimo bilancio a lungo termine (Qfp) dell’Europa e su NextGenerationEU, lo strumento temporaneo per la ripresa. Una volta adottato, il pacchetto, dotato complessivamente di 1800 miliardi di, sarà il maggiore mai finanziato dal bilancio dell’Ue. Il pacchetto fornirà un importante contributo alla ricostruzione di un’Europa post-Covid19 più verde, digitale, resiliente e adeguata alle sfide presenti e future. Di questi 1800 miliardi, 750 sono riferibili al Next Generation Eu, altresì detto Recovery Fund.

“Mi rallegro per l’odierno accordo sul nostro piano di ripresa e sul prossimo quadro finanziario pluriennale – commenta la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen – Ora si tratta di andare avanti, concludendo in via definitiva l’accordo sul prossimo bilancio a lungo termine e su NextGenerationEU entro la fine dell’anno. Bisogna intervenire in aiuto dei cittadini e delle imprese gravemente colpite dall’emergenza coronavirus. Il nostro piano di ripresa ci aiuterà a trasformare la sfida della pandemia in un’opportunità di ripresa alimentata dalla transizione verde e digitale”.

Per commissario Johannes Hahn, responsabile del Bilancio, l”accordo di oggi consentirà di rafforzare i programmi specifici nell’ambito del bilancio a lungo termine per il periodo 2021-2027 (compresi Orizzonte Europa, Erasmus+, EU4Health). Nel complesso, il bilancio a lungo termine dell’Ue insieme a NextGenerationEU ammonterà a oltre 1800 miliardi. Svolgerà un ruolo essenziale nel sostenere la ripresa e garantire che i beneficiari tradizionali dei fondi dell’UE ricevano mezzi sufficienti per proseguire il loro lavoro in questi tempi molto difficili per tutti”.

Che cos’è il Recovery Fund

Il Recovery Fund o Next generation Eu, è un meccanismo europeo per la ripresa approvato, dopo quattro giorni di negoziato, dal Consiglio europeo straordinario del 21 luglio. La Ue incrementa il bilancio su base temporanea tramite nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari per un ammontare pari a 750 miliardi di euro (390 di contributi a fondo perduto e 360 di prestiti). Come proposto nel maggio 2020 e concordato dai leader europei il 21 luglio 2020, l’Ue, per finanziare la ripresa, assumerà prestiti sui mercati finanziari a costi più favorevoli rispetto a molti Stati membri e ridistribuirà gli importi.

A quanto ammonta il Recovery Fund e quanto spetta all’Italia?

Il Recovery Fund è pari a 750 miliardi. L’Italia potrà contare su 65,456 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto. Il 70% di queste risorse ovvero 44,724 miliardi, sarà destinato a progetti 2021-2022; il restante 30%, pari a  20,732 miliardi, ad impegni relativi al 2023. Nel complesso il “budget” italiano è di circa 209 miliardi ripartiti in 81,4 miliardi in sussidi e 127,4 miliardi in prestiti. Il resto dei sussidi saranno canalizzati attraverso altri “pilastri” dell’operazione anticrisi tra cui React Eu, sviluppo rurale, Just transition fund.

Come funziona il Recovery Fund e come accedere ai fondi?

I governi degli Stati membri dovranno inviare a Bruxelles i Piani di ripresa e di resilienza (Pnrr) entro fine aprile 2021. Il governo italiano sta accelerando i tempi e punta ad inviare la strategia alla Commissione europea già a inizio 2021. La Commissione guidata da Ursula von der Leyen ha chiarito che che i Pnrr saranno negoziati con le autorità comunitarie. Bruxelles avrà a disposizione fino a 8 settimane per esaminare e proporre al Consiglio Ecofin l’approvazione del Piano. L’Ecofin dovrà approvare quindi il piano a maggioranza qualificata entro 4 settimane.

Quando si parte con il finanziamento?

Il regolamento Qfp e l’accordo interistituzionale approvati oggi devono ora essere formalmente adottati dal Parlamento europeo e dal Consiglio, in linea con i rispettivi ruoli e procedure. Parallelamente, occorre proseguire i lavori verso l’adozione definitiva di tutti gli altri elementi del pacchetto, comprese la legislazione settoriale e la decisione sulle risorse proprie. Nel caso della decisione sulle risorse proprie, che consentirà alla Commissione di contrarre prestiti, è altresì necessaria la ratifica da parte di tutti gli Stati membri nel rispetto delle rispettive norme costituzionali. Il Parlamento europeo, nella plenaria di settembre, ha già espresso un parere positivo su questo atto legislativo. La prossima tappa sarà l’adozione da parte del Consiglio. Nel frattempo dovranno svolgersi i negoziati sul bilancio annuale per il 2021. Il periodo di conciliazione di 21 giorni, durante il quale il Parlamento europeo e il Consiglio devono raggiungere un accordo, quest’anno è compreso tra il 17 novembre e il 7 dicembre.

In linea teorica i fondi potranno essere erogati a partire dall’1 gennaio 2021, primo giorno in cui sarà valido il nuovo bilancio pluriennale europeo. Ma nella pratica ci vorrà tempo: ogni paese avrà fino al 30 aprile 2021 per sottoporre alla Commissione i Piani nazionali di ripresa e resilienza per spiegare ai funzionari europei come intende spendere i prestiti e i sussidi che riceverà secondo le quote decise a luglio. I piani saranno valutati dalla Commissione e approvati dal Consiglio dell’Ue. Se l’Italia presenterà il suo Pnrr ad inizio 2021 le risorse potranno iniziare ad arrivare già nella primavera prossima ma se la presentazione slitta ad aprile, è probabile che i fondi arrivino non prima del prossimo autunno.

Quali progetti sono finanziabili?

Oltre il 50% del bilancio andrà a sostenere la modernizzazione, grazie alle politiche in materia di ricerca e innovazione finanziate tramite il programma Orizzonte Europa; le transizioni climatiche e digitali eque, attraverso il Fondo per una transizione giusta e il programma Europa digitale; la preparazione, la ripresa e la resilienza, attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, rescEU, e un nuovo programma per la salute, EU4Health.

Le politiche tradizionali come la politica di coesione e la politica agricola comune continuano a ricevere un notevole sostegno finanziario, estremamente necessario per garantire la stabilità in tempi di crisi e consentire la loro modernizzazione, che dovrebbe contribuire alla ripresa e alla transizione verde e digitale. Il 30% dei fondi dell’Ue verrà speso per combattere i cambiamenti climatici: è la più alta percentuale di sempre rispetto al bilancio più elevato di sempre. Il pacchetto presta inoltre particolare attenzione alla protezione della biodiversità e alla parità di genere.

La strada è dunque spianata per l’introduzione di nuove risorse proprie al fine di contribuire al rimborso del prestito. La Commissione si è impegnata a presentare proposte su un meccanismo di adeguamento delle emisioni di CO2 alle frontiere e su un prelievo sul digitale entro giugno 2021, in vista della loro introduzione entro il 1º gennaio 2023. La Commissione riesaminerà inoltre il sistema di scambio delle quote di emissione dell’Ue nella primavera 2021, eventualmente estendendolo al trasporto aereo e marittimo e proporrà una risorsa propria basata su tale sistema entro giugno 2021. In aggiunta, la Commissione proporrà ulteriori nuove risorse proprie che potrebbero comprendere un’imposta sulle transazioni finanziarie e un contributo finanziario collegato al settore societario, oppure una nuova base imponibile comune per l’imposta sulle società. La Commissione lavorerà per presentare una proposta entro giugno 2024.

 

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