Investire bene le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e lavorare su governance e competenze è la strada da seguire per innovare la PA. Ne è convinto Gianni Dominici, dg di FPA, secondo cui “esiste finalmente una forte domanda forte di servizi pubblici digitali e facili da usare e sarà proprio questa aspettativa a dare una forte spinta al percorso di integrazione con le piattaforme abilitanti”.
“Ci sono poi le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – spiega – che nella prima bozza licenziata dal precedente governo individua in ‘Cittadinanza digitale, servizi e piattaforme’ uno dei principali ambiti di intervento, con uno stanziamento complessivo pari a 5,56 miliardi di euro. Le condizioni quindi ci sono, quello che serve ora è una rafforzata governance dell’innovazione e la diffusione all’interno delle amministrazioni di quelle competenze digitali e trasversali necessarie al ripensamento in digitale dei servizi pubblici”.
Le riflessioni di Dominici a pochi giorni dal 28 febbraio, termine ultimo previsto dal Decreto “Semplificazioni” entro il quale le pubbliche amministrazioni italiane avrebbero dovuto integrare nei propri sistemi informativi Spid e Cie come unici sistema di identificazione per l’accesso ai servizi digitali, cessando contestualmente il rilascio di credenziali differenti da questi due strumenti (fermo restando la possibilità di utilizzare le credenziali già rilasciate, anche se non oltre il 30 settembre 2021); integrare la piattaforma pagoPA nei sistemi di incasso per la riscossione delle proprie entrate; avviare i progetti di trasformazione digitale necessari per rendere disponibili i propri servizi sull’App IO.
Come è andata? La rilevazione condotta da FPA dimostra che buona parte delle amministrazioni non sono riuscite a rispettare la deadline che, nelle intenzioni del governo, avrebbe dovuto rappresentare un vero e proprio punto di non ritorno verso quello switch off digitale da tempo auspicato. Ad oggi le amministrazioni che consentono l’accesso ai servizi online anche attraverso Spid sono poco meno di 6.300, su una platea complessiva di oltre 20.000 enti pubblici. Un dato che, come noto, non tiene in considerazione il numero effettivo di servizi Spid erogati dai diversi enti, per cui tra le amministrazioni “attive” vengono ricomprese anche quelle che hanno attivato un solo servizio, con il solo obiettivo di rispondere all’adempimento minimo.
Più alto il dato relativo alle amministrazioni attive su PagoPA, poco più di 18.000, corrispondenti a quasi circa l’80% degli enti in perimetro. Anche qui, però, occorre considerare che gli enti “attivi”, ovvero le PA che hanno riscosso pagamenti su pagoPA per almeno un servizio, sono poco meno di 8.800.
Più complicato calcolare il numero di enti presenti sull’app IO. Tra gli enti centrali risultano sicuramente attivi i servizi di Aci (AvvisACI, Bollo Auto, Certificati di proprietà, Comunicazione istituzionale), Agenzia delle Entrate (Bonus Vacanze), Ministero dell’Interno (Richiesta di cittadinanza) e Mef (Cashback), mentre l’elenco degli enti locali che hanno integrato i propri servizi sull’app è attualmente in fase di aggiornamento.
“Era davvero difficile ipotizzare che, in così pochi mesi, tante amministrazioni riuscissero a recuperare il ritardo accumulato negli anni – evidenzia Dominici – Ed era ancora più difficile immaginare che tale accelerazione potesse derivare da un semplice adempimento normativo, alla luce della lunga storia di scadenze “bucate” in tema di PA digitale, anche a fronte delle numerose proroghe concesse alle amministrazioni nel corso del tempo. Tuttavia, dobbiamo anche guardare ai trend dell’ultimo anno che ci mostrano una sempre maggiore propensione dei cittadini a utilizzare il digitale per rapportarsi alla PA”.
Ecco cosa ci dicono i numeri, in questo caso. A febbraio le identità digitali Spid hanno superato i 17,5 milioni (erano 15,5 milioni a fine 2020), mentre le Cie attivare risultano più di 19,3 milioni. Le transazioni su PagoPA sfiorano già i 28 milioni, per un valore complessivo di oltre 4,7 miliardi di euro, con previsioni per la fine del 2021 di quasi 172 milioni di transazioni (sono state 101 milioni a fine 2020) per un valore che sfiora i 33 miliardi di euro.
L’app IO ha raggiunto i 10,4 milioni di download, spinta soprattutto dal Cashback, a cui ad oggi hanno aderito quasi 7,8 milioni di cittadini, con oltre 280 milioni di transazioni elaborate e più di 14 milioni di strumenti di pagamento attivati.