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Recupero dei Raee, A2A battezza la nuova linea robotica nell’impianto di Bollate



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Collocata all’interno del carcere milanese, sfrutta l’intelligenza artificiale e i robot collaborativi per ridurre i tempi di trattamento a 3,5 minuti per monitor rispetto agli attuali 10 e di aumentare del 100% la produttività. Ecco come funziona

Pubblicato il 22 ott 2024



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Robot per acceleare lo smaltimento dei Raee. Il Gruppo A2A ha inaugurato una nuova linea robotica presso l’impianto di trattamento dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, gestito da Amsa all’interno della Seconda Casa di Reclusione di Bollate.

La linea robotica, come funziona

La nuova linea, sviluppata da A2A in collaborazione con Hiro Robotics, sfrutta l’intelligenza artificiale e la robotica collaborativa per ridurre significativamente i tempi di trattamento a 3,5 minuti per monitor rispetto agli attuali 10 e di aumentare del 100% la produttività, migliorando la precisione nella separazione dei materiali ed efficientando l’intero ciclo di gestione.

Con l’inaugurazione della nuova linea robotica presso l’impianto di Bollate, Amsa promuove un modello di economia circolare che comprende sia la sostenibilità ambientale che l’inclusione sociale. – spiega Marcello Milani, amministratore delegato di Amsa – I Raee costituiscono una vera e propria miniera urbana e con la tecnologia presentata oggi aumenteremo la capacità di trattamento valorizzando sempre di più risorse preziose come alluminio, rame e metalli rari. Allo stesso tempo, stiamo contribuendo a favorire il reinserimento nel mercato del lavoro delle persone impiegate attraverso l’acquisizione di nuove competenze professionali valide e richieste”.

L’impatto sulla gestione sostenibile dei rifiuti

In Lombardia vengono raccolte ogni anno circa oltre 5.750 tonnellate di R3, quindi tv e monitor: con il sistema robotizzato, la struttura – autorizzata per 1.000 tonnellate annue – potrebbe trattare fino al 17% di quanto raccolto in tutta la Regione.

Questo a dimostrazione di come la sinergia tra promozione del capitale umano e gestione sostenibile dei rifiuti possa contribuire a migliorare la vita e allo stesso tempo generare un impatto positivo sul recupero delle risorse preziose contenute nei Raee.

La Lombardia è la prima Regione d’Italia per raccolta differenziata di rifiuti Raee, con un avvio a riciclo di 62.660 tonnellate totali all’anno – evidenzia Giorgio Maione, Assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia – Il corretto smaltimento di questa tipologia di rifiuti è essenziale per la tutela dell’ambiente e contribuisce a combattere la crescente carenza di risorse. Questo impianto ha uno straordinario valore sociale e farà fare alla nostra Regione anche un grande passo avanti anche in termini di economia circolare”.

“Sappiamo bene quanto il trattamento dei Raee sia strategico per migliorare i risultati della raccolta differenziata, in un sistema di economia circolare che consente di recuperare e riutilizzare sempre più il materiale di cui sono composti i rifiuti elettronici – aggiunge l’Assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi – Una consapevolezza che ci sprona a diffondere in modo più capillare in città i punti di raccolta. La nuova linea inaugurata oggi testimonia non solo questo impegno, ma anche l’importanza di ricerca e innovazione, e soprattutto il ruolo fondamentale di chi ogni giorno in questo impianto lavora imparando anche un mestiere che mette al centro la sostenibilità ambientale”.

La struttura e il progetto LaboRaee

La struttura, operativa dal 2018 e realizzata all’interno di un contesto peculiare a livello europeo per la custodia attenuata e la partecipazione attiva dei detenuti alle attività offerte, rappresenta un modello virtuoso di economia circolare e inclusione socio-lavorativa. Infatti, non solo permette la valorizzazione delle materie prime critiche contenute nei Raee, come terre rare e metalli preziosi fondamentali per la transizione ecologica, ma offre anche un percorso concreto di formazione professionale. Il progetto “LaboRaee” vede attualmente assunti 5 dipendenti e, grazie a questa nuova tecnologia di automazione avanzata, coinvolgerà un numero crescente di detenuti e contribuirà, attraverso percorsi di upskilling qualificati, alla crescita professionale delle persone impiegate: un importante esempio di sostenibilità ambientale e valore aggiunto per la comunità. L’impianto di Bollate consolida sempre di più il suo ruolo di polo d’innovazione e inserimento sociale per chi, una volta terminata la pena, si prepara a un nuovo inizio.

“Si segna un nuovo passo avanti lungo il percorso di innovazione tecnologica, di crescita delle competenze professionali, ma soprattutto di crescita della persona che resta sempre al centro di tutto, a tutela della propria dignità e integrità. – commenta Giorgio Leggieri, Direttore della Casa Circondariale di Bollate – Solo con la collaborazione strutturata tra istituzioni e sistema impresa è possibile conferire utilità alla pena. Sia per la persona detenuta come opportunità di cambiamento sia per la collettività come riparazione per il danno subito”.

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