"Se la nuova policy sulla privacy di Google non sarà conforme alla normativa Ue i singoli Paesi potranno decidere di infliggere singole sanzioni al motore, ma lo scopo della Commissione Ue è fare in modo che presto entrino in vigore le nuove regole in grado di uniformare lo scenario e soprattutto, come previsto dalla proposta, di infliggere una sanzione a chi non rispetterà la normativa pari al 2% del fatturato totale dell’azienda": è quanto dichiara al Corriere delle Comunicazioni il vice presidente della Commissione Ue e commissario alla Giustizia Viviane Reding, in visita in Italia per una serie di incontri con il governo italiano.
"Il Cnil francese è stato incaricato dall’Europa di condurre un apposita analisi – ricorda il vice presidente – ed entro il 5 aprile Google dovrà rispondere alle 69 domande inviate tramite questionario. Staremo a vedere cosa succede". La Reding aggiunge inoltre che "c’è la necessità di riformare la direttiva sulla privacy entrata in vigore nel 1995 quando Facebook & co. non esistevano: lo scenario è profondamente cambiato e diventa difficile assicurare ai cittadini la corretta protezione dei dati con la norma esistente".
In occasione della due giorni italiana il commissario Reding ha annunciato inoltre un’intesa fra la Commissione Ue e l’Avvocatora italiana sul Common European Sales Law (Cesl) un diritto comune opzionale da applicare ai contratti di vendita nelle operazioni transfrontaliere."Solo il 4% dei consumatori italiani compra online da altri Paesi Ue. E’ il dato più basso rispetto alla media Ue che ammonta al 7%".
L’intesa mira a favorire l’espansione degli investimnenti, degli scambi commerciali e dei consumi e a rafforzare la tutela dei consumatori e dei cittadini dei Paesi Ue. "Una proposta come quella relativa a un diritto comune europeo della vendita aiuterà la ripresa riducendo le barriere per le imprese e aumentando la fiducia dei consumatori. Questo è importante soprattutto per il commercio elettronico", ha detto il commissario Reding. "Un diritto comune europeo dei contratti potrà essere scelto liberamente da consumatori e imprese nei loro rapporti commerciali come alternativa al diritto nazionale quando vogliono comprare o vendere al di là dei confini nazionali. Il 75% degli imprenditori italiani ha dichiarato che userebbe un simile strumento".
Da parte sua il vice presidente del Consiglio nazionale forense, Ubaldo Perfetti ha assicurato il sostegno dell’avvocatura italiana allo sforzo della Commissione di dare vita a un diritto europeo dei contratti: "Lavvocatura italiana vuole fermamente cooperare al superamento della crisi economica e senza dubbio un quadro di regole certe ed uniformi per tutti gli operatori può facilitare lo scopo".