Riemerge la polemica sulle garanzie per i prodotti Apple in Europa. Sulla questione torna la vicepresidente della Commissione e responsabile per la Giustizia europea, Viviane Reding: parlando al “summit dei consumatori” a Bruxelles, Reding ha sottolineato che i governi dei Paesi membri dell’Unione non fanno abbastanza per la protezione dei consumatori e, ha aggiunto, i giganti come Apple ne approfittano.
Il riferimento è soprattutto alla multa inflitta a dicembre alla Mela dall’Antitrust italiano per aver dato informazioni insufficienti e confusionarie ai consumatori sulla garanzia biennale di conformità da parte del venditore.
“Questo caso e le risposte che ho ricevuto – ha detto la vicepresidente – mettono in luce che la Commissione non può restare a margine delle questioni che riguardano la messa in atto delle regole. L’approccio per la gestione di questi casi si è dimostrato molto diversificato e inconsistente a livello nazionale. Almeno in 21 stati membri, Apple non sta informando correttamente i consumatori sui diritti di garanzia legale di cui dispongono”.
In definitiva la Reding ha sollecitato le istituzioni locali a tutelare gli interessi dei consumatori, non lasciando impuniti casi simili a quelli di Apple.
Il 21 dicembre 2012 l’Antitrust italiano ha chiuso il procedimento contro il colosso americano per violazione delle norme del Codice del Consumo in materia di garanzia di conformità del venditore, infliggendo alla casa di Cupertino una multa da 200mila euro. Secondo l’Antitrust, dal 28 marzo al 10 novembre 2012 il gruppo non aveva sostanzialmente tenuto conto del precedente provvedimento dell’autorità: il 21 dicembre 2011 Apple era stata infatti multata di 900mila euro per aver dato informazioni insufficienti e confusionarie ai consumatori sulla garanzia biennale di conformità da parte del venditore.
In particolare la Mela ne aveva ostacolato l’esercizio limitandosi a riconoscere la sola garanzia del produttore di un anno e aveva indotto in confusione gli acquirenti inducendoli a sottoscrivere un contratto aggiuntivo che si sovrapponeva in parte alla garanzia legale gratuita prevista dal Codice del Consumo. Oltre alle multe, il provvedimento dava tempo al gruppo di adeguarsi alle norme del Codice del Consumo entro il 28 marzo.