Il Sì al referendum costituzionale sbanca su Twitter. A scattare la fotografia Sixth Sense, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha studiato oltre 1 milione di Tweet (100mila al giorno) nelle ultime 2 settimane precedenti la votazione, focalizzando l’attenzione su hashtag, motivazioni, distribuzione geografica, trend emergenti.
I tweet raccolti sono stati analizzati, geolocalizzati e classificati in base al loro “sentiment” in neutrali, favorevoli al “SI” oppure al “NO”.
Tra chi esprime un parere contrario alla riforma costituzionale, la parte del leone la fa il #iovotoNo, seguito da #iodicoNo e da #Renzi, a ribadire il fatto che molti legano ancora probabilmente l’esito della votazione al futuro dell’attuale governo.
Una considerevole fetta dei tweet non esprime un parere netto, ed è quindi classificata come neutra. Molti tra questi hanno infatti carattere puramente informativo, e in effetti gli hastag più diffusi sono #Referendum, #ReferendumCostituzionale, #riformacostituzionale.
Un’analisi geografica dei tweet rivela che le regioni del centro-sud Italia sono quelle più attive sul social e più aperte ai servizi di localizzazione – la maggior parte dei tweet geo-localizzati provengono infatti da Lazio, Abruzzo, Basilicata, Puglia e Campania. La distribuzione del sentiment (ricordiamo però che solo una percentuale limitata dei tweet è associata ad una localizzazione) sembra essere favorevole al referendum nelle zone centro-settentrionali della penisola, mentre nelle regioni del sud e delle isole prevalgono il sentimento neutro o negativo.
L’analisi più interessante è forse quella del trend emergente negli ultimi giorni, che scaturisce da un’analisi dell’evoluzione temporale del sentiment in rete. Il numero di tweet favorevoli al “SI” è infatti negli ultimi giorni in netto aumento a scapito di quelli per il “NO” che erano invece prevalenti fino a circa il 21 Novembre.
“Nel contesto dell’analisi di Big Data della Rete è tuttavia d’obbligo premettere che un tema molto importante risiede nella veridicità delle informazioni estratte e analizzate – spiegano da Sixth Sense – Non sempre chi twitta o posta commenti su facebook esprime un campione rappresentativo della media della popolazione, o espone liberamente il proprio pensiero; e non sono infrequenti gli esempi di post o tweet ironici (e quindi di più difficile interpretazione), o addirittura strumentali”.
Inoltre, un fattore che influenza le analisi come quelle referendarie è necessariamente legato al fatto che l’interesse maggiore a rendere pubblico il proprio parere sta dalla parte di chi è contrario ad un cambiamento, ad un provvedimento in proposta, a chi in questo caso voterebbe “NO” insomma.