Un “Airbnb per rifugiati”. E’ “Refugees Welcome”, il servizio con sede a Berlino che mette in comunicazione i rifugiati con i cittadini tedeschi disposti ad ospitarli nelle loro case, fondato da Jonas Kakoschke, 31 anni e Mareike Geiling, 28. Anche i due vivono insieme a Bakari, 39enne rifugiato del Mali, aiutandolo ad imparare la lingua tedesca mentre è in attesa di un permesso di lavoro. Finora sono quasi 800 gli iscritti al sito che vogliono dare il benvenuto ai profughi.
“Il successo del progetto ha portato alla volontà di istituire simili meccanismi anche in altri Paesi della Ue – spiega un portavoce dell’iniziativa – tra cui la Grecia, il Portogallo e il Regno Unito, con un progetto analogo in Austria già in funzione dal mese di gennaio”. Inoltre, durante il fine settimana, migliaia di islandesi offerto di ospitare i profughi siriani nelle loro case.”
Tra coloro che hanno risposto al sito tedesco ci sono consulenti PR, carpentieri e molti studenti, una vasta fascia di età di ospiti che va da 21 a 65 anni. La maggior parte sono persone che vivono in appartamenti condivisi, fanno sapere dal sito, ma le offerte provengono anche da coppie sposate e madri sole.
Accogliere un rifugiato non deve significare perdere l’affitto di una stanza. In un terzo dei casi, i costi sono coperti o dal centro di lavoro o dai pagamenti per il social welfare, e un quarto degli affitti sono pagati tramite micro-donazioni al sito. “Siamo sorpresi dalla prontezza che ha la gente nell’aiutare chi ne ha bisogno – dicono dalla società – Stiamo ricevendo richieste da diversi paesi in Europa, come la Grecia, il Portogallo e la Scozia, ma anche da Australia e Stati Uniti. Ovunque le persone sono desiderose di realizzare questa idea nei loro paesi per essere in grado di offrire una casa ai rifugiati”.