Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato, a maggioranza, il Piano strategico regionale per la ricerca, l’innovazione ed il trasferimento tecnologico 2011-2013, d’iniziativa della Giunta (proposta di deliberazione consiliare n.36 del 27/6/2011). Le risorse finanziarie complessivamente destinate alla realizzazione del programma ammontano a 237,5 milioni di euro, in parte di fonte regionale (154,5 milioni), in parte di fonte comunitaria (83 milioni). A tali risorse si andranno ad aggiungere i fondi nazionali per il cofinanziamento dell’accordo di programma quadro “Ricerca, innovazione tecnologica, reti telematiche”, i cui importi sono in fase di definizione.
Con il programma strategico approvato oggi dal Consiglio regionale trova attuazione la normativa regionale in materia di innovazione e ricerca, in particolare la legge 13 del 2008 e il collegato alla finanziaria 2011 con il quale è stato istituito un fondo regionale ad hoc. La Regione Lazio intende così premiare quelle componenti della ricerca più dinamiche nell’interazione con il sistema produttivo, in particolare attraverso misure a sostegno del capitale umano altamente specializzato. Tra gli obbiettivi che la Regione Lazio si pone c’è la promozione di progetti di ricerca industriale, l’accesso delle piccole e medie imprese ai servizi specialistici e la creazione di una rete regionale di centri per la ricerca e l’innovazione.
“Sostanzialmente- ha spiegato all’Aula l’assessore al Bilancio, Stefano Cetica – ribaltiamo il paradigma che è l’università che ricerca e poi cerca di trovare delle imprese in cui questa innovazione si può adottare, un po’ con il sistema della scarpetta di Cenerentola, diciamo così, che poi si va a cercare di capire a chi sta bene. Al contrario – ha proseguito Cetica – qui partiamo dalla necessità delle imprese che chiedono alle università, ai centri di ricerca gli strumenti di cui hanno bisogno”.
Il programma fissa cinque obbiettivi strategici: sostegno all’innovazione della struttura produttiva e al trasferimento tecnologico; valorizzazione della ricerca; sostegno alle iniziative pubblico-private nel settore della ricerca sperimentale; creazione di un osservatorio regionale sull’innovazione, volto soprattutto a supportare i “decision maker”; sostegno ai settori prioritari e rafforzamento dei distretti tecnologici ad alta tecnologia, introducendo, accanto ai già esistenti distretti dell’aerospazio, bioscienze e dei beni e attività culturali, il distretto delle tecnologie digitali e delle industrie creative. Il programma interviene prioritariamente nei settori aerospaziale, chimico-farmaceutico, delle bioscienze e delle biotecnologie, delle tecnologie per i beni e le attività culturali, nell’Ict e nell’audiovisivo, nel settore delle industrie creative e in quello delle energie rinnovabili.
Nel corso della discussione nell’Aula consiliare è intervenuto anche il presidente della commissione consiliare competente, la XV che ha esaminato in sede primaria il provvedimento, Giancarlo Miele (Pdl). “In questo piano triennale si è deciso di attuare una vera e propria rivoluzione copernicana – ha dichiarato Miele – che è stata accolta con un atteggiamento molto positivo da parte dei mondi dell’universita’, della ricerca e dell’innovazione. Sono convinto che solo con un’innovazione e una ricerca che siano legate strettamente al territorio si potra’ andare sempre di piu’ a costruire un sistema Lazio veramente competitivo e a dare, percio’, delle risposte concrete al mondo delle imprese, che in questo momento storico particolare risulta asfittico”.
Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici considera costruttivo il nuovo Programma. “Un programma apprezzabile che pone le basi per la creazione del distretto delle tecnologie digitali e delle creative industries, in piena sintonia con gli obiettivi dell’Agenda digitale europea, iniziativa faro nell’ambito della strategia 2020” – afferma Ennio Lucarelli – “che va nella direzione di rafforzare le imprese, soprattutto Pmi, attraverso forti investimenti in ricerca, trasferimento tecnologico, supporto alle start-up e alle reti di impresa con azioni mirate all’aumento della competitività. L’impresa oggi ha sempre più bisogno di aprirsi all’e-business, organizzarsi in rete per superare il gap dimensionale, accelerare i processi di innovazione sia organizzativa che produttiva, puntare sull’internazionalizzazione, imprescindibile per migliorare le performance economiche delle Pmi italiane”