STRATEGIE

Regno Unito, giro di vite sui social: risponderanno di hate speech

Londra vuole obbligare Facebook, Twitter, Snap e gli altri a impegnarsi per rimuovere post, foto e video violenti

Pubblicato il 13 Feb 2020

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Il governo britannico ha annunciato che vuole presentare una legge che costringa i big dei social a mettere in campo strumenti per eliminare contenuti pericolosi o violenti, come abusi sui minori, cyberbullismo e propaganda terroristica.

Londra però rassicura i big del tech: la normativa, che verrà studiata nel dettaglio nei prossimi mesi, non porrà un onere eccessivo per le imprese del settore. Non sono ancora state decise le sanzioni ma il governo ha fatto sapere che intenderà applicare le nuove regole in modo “equo, proporzionato e trasparente”.

In tutto il mondo i governi stanno cercando di trovare il modo migliore per regolamentare i contenuti presenti sulle piattaforme social, spesso accusate di incoraggiare gli abusi, la diffusione della pornografia online e di influenzare o addirittura manipolare gli elettori di tutte le democrazie occidentali.

La Germania già nel 2018 ha introdotto delle regole molto dure per i social media, che possono portare a delle multe consistenti se non rivedono e tolgono i contenuti illegali nelle 24 ore successive a quando sono stati postati. Anche l’Australia ha approvato una legislazione simile.

“Man mano che Internet continua a crescere – hanno detto in un comunicato congiunto il ministro per il digitale Nicky Morgan e il ministro degli interni Priti Patel – e continuano a trasformare le nostre vite è essenziale che troviamo il giusto equilibrio tra un mondo virtuale fiorente, vibrante e aperto da un lato, e uno in cui gli utenti siano protetti dai pericoli”.

Le nuove norme si applicheranno alle piattaforme su cui vengono condivisi i contenuti generati dagli utenti, non solo post ma ad esempio anche tramite commenti, forum o condivisione di video. Il regolatore, molto probabilmente Ofcom, il watchdog dei media, dovrà essere in grado di agire contro i big della tecnologia che non hanno preso sul serio la sicurezza online, ha detto il governo, aggiungendo che nei prossimi mesi stabilirà la sua posizione sulla responsabilità individuali dei dirigenti di quelle aziende quando violano le norme che sono allo studio.

Ben Packer, un avvocato di Linklaters che ha fornito consulenza a società tecnologiche, ha detto che questo progetto di legge mostra che la Gran Bretagna si è impegnata a implementare uno dei quadri normativi più ambiziosi studiati finora. E che questa normativa avrà un impatto significativo sui giganti della tecnologia anche negli Usa e nel resto del mondo.

Facebook e Google hanno detto che collaboreranno con il governo del Regno Unito per i nuovi regolamenti. Facebook ha anche affermato di aver richiesto a lungo una migliore regolamentazione. “Sono necessarie – ha detto una portavoce dell’azienda – nuove regole in modo tale da avere un approccio comune sulle piattaforme. Questo perché le aziende private non devono prendere tutte queste decisioni così importanti da sole. Si tratta di una sfida complessa anche perché le nuove regole devono proteggere le persone senza compromettere la libertà di espressione o gli incredibili benefici che Internet ha portato».

Facebook ha anche ricordato che negli ultimi anni la società ha triplicato il numero di persone che lavoravano su questi temi, portandole a oltre 35mila dipendenti, e sta usando l’intelligenza artificiale per trovare e rimuovere contenuti dannosi il più rapidamente possibile.

Anche secondo altre aziende del settore le società che fanno i social media si sono dovute autoregolare, perché la legge non è sempre riuscita a stare al passo con la tecnologia. Secondo Ben McOwen Wilson, country manager di YouTube in Gran Bretagna. la sua piattaforma non vede l’ora di lavorare con il governo per garantire una Internet gratuita, aperta e sicura.

“Per aiutare a proteggere la nostra comunità – ha detto il manager – non abbiamo aspettato una regolamentazione; abbiamo creato nuove tecnologie, assunto revisori esperti, lavorato con specialisti esterni e rivisto le nostre politiche per assicurarci che siano idonee alle sfide in costante evoluzione che affrontiamo quotidianamente online”.

Il governo britannico aveva detto già un anno fa che avrebbe fatto delle leggi per regolamentare questo settore è che sarebbero state tra le più dure al mondo.

Secondo Packer però è importante notare che le proposte annunciate da Londra si sono allontanate dal precedente dibattito sul fatto che le società di social media debbano essere classificate come “editori”, e quindi soggette alle norme sulla diffamazione e ad altre leggi simili, e si sono concentrate invece sul rendere le piattaforme responsabili dei sistemi per gestire i contenuti dannosi caricati dagli utenti.

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