Renzi e la lezione americana

Chissà cosa ha insegnato al premier la full immersion nella Silicon Valley. Speriamo molto. Non perché dobbiamo copiare, ma perché è necessario offrire ai ricercatori opportunità adeguate nelle nostre università e facilitarne lo spirito imprenditoriale quando vi sia

Pubblicato il 29 Set 2014

Chissà cosa ha insegnato al presidente del Consiglio Matteo Renzi la tre giorni di full immersion nella Silicon Valley. Speriamo molto. Non perché dobbiamo pedissequamente copiare quello che fanno gli americani. Siamo un Paese con dimensioni, cultura, organizzazione, potenzialità molto diverse. Se c’è da copiare, come è stato osservato, meglio piuttosto rivolgersi ad Israele che già qualche decennio fa ha puntato sul software per sostituire un’economia sino ad allora basata sull’agricoltura.

Ne abbiamo la possibilità, basta volerlo. Facendo scelte di politica industriale coerenti con questa consapevolezza. Le potenzialità non mancano. Ad esempio, non siamo a corto di cervelli. A Palo Alto e dintorni Renzi ha avuto modo di parlare con i rappresentanti di quei 5.500 ricercatori italiani emigrati in California del Nord per studiare o lavorare nei laboratori hi-tech Usa. Pochi torneranno indietro. Ma non è il problema. Il problema è far restare i ricercatori del futuro, offrendo loro opportunità adeguate nelle nostre università e facilitandone lo spirito imprenditoriale quando vi sia. E imparando ad attirare cervelli dall’estero. Come negli Usa e in molti Paesi europei.

In California Renzi ha incontrato gli imprenditori italiani. Alcuni hanno mantenuto attività, ricerca, iniziative anche in Italia. “Multinazionali tascabili” sono state chiamate. Ma non bisogna ironizzare: ci paiono modelli da moltiplicare. Potrebbero essere queste “multinazionali tascabili” le eredi della miriade di Pmi che per molti anni sono state il tessuto connettivo dell’Italia industriale, poi strappato dalla globalizzazione e dalla scarsa capacità di innovazione. Bisogna creare le condizioni (burocrazia, giustizia, finanza, mercato del lavoro) perché possano crescere e moltiplicarsi. Le stesse che consentirebbero di attrarre capitali esteri.

Capitolo a parte è la riforma della macchina burocratica. Renzi dice di voler usare l’Ict per “cancellare la parola certificato”. Ci pare una consapevolezza importante simbolica di tutti i cambiamenti da fare. Ma vanno realizzati. Anche mettendo Agid, finalmente, in condizione di lavorare a pieno titolo. Sono molte le lezioni americane da apprendere.

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