In una parte dell’area lasciata libera da Expo Milano 2015 sorgerà un “centro di eccellenza per la genomica e i big data”, per un progetto che Matteo Renzi presenta come un tassello di “un’idea organica del futuro del Paese”, che ha un punto di partenza proprio da Expo, e su cui il Governo ha deciso di “puntare” 1 miliardo e mezzo di euro in 10 anni. Il premier ha presentato l’Idea al Piccolo Teatro di Milano, sottolineando che l’Italia “può essere meglio della Germania”, e che Milano “può essere la locomotiva d’Europa”.
Così dall’area che negli ultimi mesi ha ospitato l’esposizione universale Renzi immagina che nascano “tanti fuochi che diano la scintilla della ripartenza” a cominciare dal progetto “Italia 2040”, che ha l’obiettivo di trasformare il Paese in un “leader mondiale delle tecnologie per la qualità della vita, con un centro a livello mondiale che affronti insieme il tema della genomica e dei big data applicati a cancro, nutrizione e tecnologie per la sostenibilità”, a cui lavoreranno più di 1.500 ricercatori.
Un progetto varato dall’Iit di Genova, presentato in 25 cartelle in inglese dal titolo provvisorio “Human technopole. Italy 2040”: un polo internazionale di ricerca e tecnologia applicata, dedicato all’alimentazione e a tutte le competenze che possono essere utili per l’allungamento e el benessere della vita.
Per guidare il polo è stato scelto l’Iit, l’Istituto italiano di tecnologia, una fondazione di diritto privato finanziata dal governo, a capo del quale dal 2005 c’è Roberto Cingolani, fisico 53enne di fama mondiale. Ma ad affiancare l’Iit ci saranno anche l’Institute for international interchange di Torino, il cui presidente è un altro fisico, Mario Rasetti, 74 anni, tra i maggiori esperti di Big data, e la Edmund Mach Foundation di Trento, centro di eccellenza per la ricerca e la formazione in campo agricolo, alimentare e ambientale, guidata dall’agronomo 54enne Andrea Segré. Tra i contatti già presi e quelli da instaurare per collaborazioni ci sono l’Università Statale di Milano, il Politecnico di Milano, l’Assolombarda, l’European molecular biology Laboratory, il Weizman Institute, l’Ibm Watson Lab, Google e i maggiori ospedali di ricerca. Tra le imprese, oltre all’industria farmaceutica italiana, potrebbero essere coinvolte Bayer, Dupont, St Microelectronics, Ibm, Ferrero, Barilla, Crea, GlaxoSmithKline, Novartis, Nestlè, Unilever Syngenta, e tra le fondazioni, la Umberto Veronesi, Benetton, San Paolo e Crt.
Tra le cinque aree di lavoro su cui si concentrerà l’attività del polo, quindi, uno riguarda la medicina di precisione, integrando la genomica e la Big data analysis per sconfiggere cancro e malattie neurodegenerative. Le altre quattro sono le tecnologie per il welfare e per fronteggiare l’invecchiamento; le tecnologie multidisciplinari per l’alimentazione, la nutrizione, l’agronomia; i materiali sostenibili, le nanotecnologie verdi, il confezionamento del cibo, ciclo dell’acqua e gestione dei rifiuti; e infine le soluzioni innovative per preservare e valorizzare il patrimonio culturale e artistico dell’Italia.
Sei i distretti che si prevede possano impegnare a regime circa 1.600 scienziati, con il contributo delle imprese interessate e l’obiettivo, tra gli altri, di dare vita a startup ad alta specializzazione: genomica; neurogenomica; nutrizione; modelli matematici e scienza dei dati; bioinformatica; impatto socioeconomico.