Incentivi per ampliare le competenze tecnologiche e la digitalizzazione dei negozi di prossimità; semplificazione delle procedure burocratiche; educazione al consumo nell’ottica di inclusione finanziaria e sicurezza digitale. Sono i passaggi necessari della strategia delineata dal viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin, per il rilancio del settore del commercio al dettaglio, illustrati nel suo intervento al Meeting di Rimini. “L’azione del Governo, attraverso un piano di incentivi mirati, assieme al ruolo dei corpi intermedi capaci di mettere a disposizione l’esperienza e la capacità di operare, saranno determinanti per facilitare l’accesso alla modernizzazione anche dei piccoli esercizi – ha precisato Pichetto Fratin – Con circa 450 miliardi di fatturato, il commercio al dettaglio è uno tra i settori portanti del nostro paese, con una occupazione di 2,3 milioni di addetti: molto è stato fatto grazie ai provvedimenti che il Governo Draghi ha immediatamente avviato a seguito dell’emergenza epidemiologica che ha colpito fortemente il commercio offline e in tale prospettiva anche il Mise è particolarmente impegnato a sviluppare iniziative tese ad accrescere le competenze digitali, la consapevolezza e l’educazione del Consumatore”.
“E’ anche attraverso il raggiungimento di questi obiettivi – ha concluso Pichetto – che sarà possibile garantire il rilancio e la vitalità di un settore fondamentale per il nostro Paese”.
A mettere in evidenza la centralità del digitale nella crescita del Retail soprattutto la pandemia da Covid-19: durante il lockdown, in poche settimane, il digitale è diventato strumento essenziale per la sopravvivenza del commercio. Alcuni attori hanno sviluppato la propria iniziativa eCommerce mentre altri, già presenti online, hanno implementato azioni volte ad aumentare la capacità operativa e la copertura territoriale e a migliorare il livello di servizio.
Secondo i dati dell’Osservatorio Innovazione digitale nel Retail del Politecnico di Milano, l’88% dei 50 top retailer italiani ha consolidato l’infrastruttura logistica, con l’apertura di nuovi magazzini e l’uso dei punti vendita a supporto dell’online, il 77% ha messo in atto investimenti tecnologici, il 70% ha implementato cambiamenti organizzativi (ad esempio riconversione del personale di negozio a supporto delle attività online) e il 48% ha assunto nuovo personale dedicato alle operatività eCommerce. C’è anche chi ha collaborato con attori esterni per velocizzare il servizio di consegna (42%) e per estendere la propria presenza online (36%).
Dopo il primo lockdown il 40% del campione di top retailer ha sviluppato sistemi di prenotazione da remoto della visita in negozio e il 28% ha adottato soluzioni di gestione virtuale delle code. Molta attenzione è stata rivolta anche verso soluzioni in grado di garantire il distanziamento sociale in punto vendita, come i sistemi di smart occupancy (implementati dal 31% del campione), che monitorano e gestiscono in tempo reale i flussi in entrata e in uscita.
Oltre a queste soluzioni, contingenti e atte solo a superare l’emergenza, ci sono innovazioni destinate alla revisione permanente di alcuni processi. Si tratta di soluzioni volte a garantire maggiore autonomia al cliente nelle fasi di acquisto e di pagamento. Durante il 2020 il 14% dei top retailer ha investito nel potenziamento di sistemi di self scanning e di self check-out e ha esteso lungo la rete di negozi l’utilizzo di soluzioni di pagamento innovative. L’8% del campione si è, invece, concentrato su nuove funzionalità dei chioschi digitali, per automatizzare le fasi di ricerca dei prodotti, di acquisto e di pagamento.
Nel 2020 anche le Pmi del commercio hanno compiuto il tanto atteso atto di moto verso il digitale. Con la crisi sanitaria, il digitale ha permesso innanzitutto di mantenere attivi il dialogo con i consumatori e la vendita. Da un’analisi condotta su 312 Pmi italiane del commercio è emerso che, a causa dei periodi di lockdown, il 64% ha lanciato almeno una nuova modalità di contatto e di vendita (come app di messaggistica, telefono, email). I benefici riscontrati (raggiungimento di un numero più ampio di consumatori e mantenimento di un dialogo attivo con i clienti più fedeli) hanno spinto l’84% del campione a mantenere attive tali modalità anche in fase di riapertura dei negozi.
L’emergenza sanitaria ha profondamente modificato le modalità e le abitudini d’acquisto dei consumatori: al Retail è richiesta, dunque, una trasformazione strutturale per recuperare efficienza su tutti i processi e trasferirla in attività ad alto valore aggiunto per i clienti. Il digitale, in tale contesto, può rappresentare un valido alleato. Può infatti supportare i retailer nella riprogettazione del punto vendita in chiave omnicanale e può garantire maggiore prossimità, fisica e funzionale, al consumatore.