Retail: cresce la spesa IT ma l’Italia resta indietro

Ottimizzazione degli inventari e gestione di prezzi e promozioni le principali aree di investimento dei punti vendita. In Europa il business raggiungerà i 33,2 miliardi nel 2013 con un tasso medio di crescita del 2,7%. L’Italia si “ferma” al +1,9%

Pubblicato il 30 Mar 2010

Nello scorso anno il settore italiano del retail ha speso per
l’informatica 2240 milioni di dollari, cifra destinata a salire a
2522 milioni nel 2013, che equivale a un cagr dell’1,9%. Anche in
questo settore l’Italia farà peggio dell’Europa occidentale
dove il tasso medio annuo di crescita sarà del 2,7%, per un valore
del business di 33,2 miliardi di dollari nel 2013.

Sono numeri che si riferiscono alla sola spesa effettiva o esterna,
ovvero non tengono conto degli stipendi del personale It. Grosso
modo il 55% dei retailer italiani destinano ai budget per l’It,
che in questo caso comprendono anche gli stipendi del personale e i
costi telefonici, tra 1-1,5% del loro fatturato. Questi numeri sono
stati rilasciati da Ivano Ortis, Emea Reseach director Idc Retail
Insight, nel corso di un incontro organizzato da Fujitsu per la
presentazione della sua offerta per questa industry.

Ortis si è anche soffermato sulle priorità per il 2010 del
retail, frutto di una analisi presso 500 retailer europei. Al primo
posto questa industria ricorrerà a soluzioni It per la
ottimizzazione degli inventari (approvvigionamento just in time),
la elaborazione di prezzi e promozioni (oggi fatti ancora in
prevalenza in modo manuale) e degli assortimenti, che hanno grosse
ricadute sulla gestione della logistica. Al secondo posto c’è il
miglioramento delle esperienze di acquisti: previsione della
domanda, promozioni mirate, analisi del cliente per capire quello
che vuole, etc.

La razionalizzazione del punto vendita è la terza priorità e qui
gli sforzi sono rivolti a migliorare l’efficienza: si sostengono
tanti investimenti per la supply chain e poi gli ultimi dieci metri
spesso il collo di bottiglia degli sforzi fatti. Infine la quarta
priorità è il monitoraggio delle vendite in tempo reale a livello
di corporate con report giornalieri anziché settimanali o peggio
mensili.

Fujitsu è da sempre un fornitore attento alla evoluzione del
retail. In Italia si trova uno dei suoi competence center: un
gruppo di una quarantina di persone sviluppa software per retailier
di tutta Europa. “Un uso appropriato delle tecnologie It oggi
disponibili – osserva Denis Nalon, application services & retail
business practice di Fujitsu – consente di ridurre il costo delle
vendite del 15-20%. Ecco perché abbiamo rielaborato una proposta
completa e variamente integrabile di soluzioni infrastrutturali e
applicative, con relativi servizi. Uno degli aspetti più
qualificanti sono i nuovi Pos, progettati per integrare nuove
funzionalità, per operare in modo integrato con i sistemi
informativi dell’azienda e in un’ottica multicanale, ovvero del
Web 2.0”.

Tra le innovazioni anche l’adozione di etichette Rfid, non solo a
supporto della logistica ma anche dei processi chiave dei Pos,
nonché l’utilizzo a livello di punto vendita di solidi motori di
analisi dei comportamenti dei consumatori e quindi della loro
fidelizzazione.

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