Un incontro tra Tim e Open Fiber sulla rete unica non c’è ancora stato “ma penso verrà organizzato entro breve”. Lo ha annunciato il presidente di Tim Fulvio Conti a margine di un evento.
Le parole di Conti arrivano dopo giorni in cui sei erano ravvisate aperture sia da parte di Tim sia di OF sulla possibilità di aprire un tavolo per discutere del futuro della rete. L’ultimo in ordine di tempo ad intervnire sul tema era stato il numero uno di Enel (azionista con Cdp di OF), Francesco Starace, che in occasione della presentazione del canale web “The Voice of Business” aveva detto che “i contatti con Tim li ha avuti Open Fiber, gli azionisti è bene che lascino fare alle società”.
“Tim si deve sedere attorno ad un tavolo con Open Fiber, cosa che stanno facendo finalmente, sono tre anni che diciamo questa cosa”, aveva chiarito.
“Ma Gubitosi deve prima fare una serie di passi all’interno della sua azienda, per sapere prima se resta amministratore delegato, poi se all’interno dell’azienda si vuole separare la rete e poi se si vuole unire con Open Fiber. Quando si chiariranno le cose si capirà”, ha aggiunto Starace. Che ha tenuto a sottolineare: “Sono d’accordo con Bassanini e Ripa (presidente e Ad di Open Fiber, ndr), sul fatto che si possono fare accordi commerciali, su cui Open Fiber ha autonomia, e anche possibili forme di coinvestimento su alcuni tratti. Il resto spetta agli azionisti”.
Una risposta indiretta all’apertura dell’Ad di Tim, Luigi Gubitosi. “Siamo pronti ad aprire un tavolo con Open Fiber con l’obiettivo di esplorare possibili sinergie, che possono andare da accordi commerciali, co-investimenti, fino anche ad una possibile combinazione complessiva delle due infrastrutture – ha annunciato in un’intervista – È importante capire i valori in gioco”. Il tema del controllo della rete, spiega ancora Gubitosi, “verrebbe esaminato successivamente e ovviamente riguarda gli azionisti, il management potrà esprimere suggerimenti solo dopo tutte le analisi del caso”.
E il governo guarda con interesse alle manovre sulla rete unica. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha dettio a più riprese che Palazzo Chigi è favorevole a una infrastruttura unica che nascerebbe dalla fusione tra le reti di Tim e Open Fiber”. “Certamente una rete unica porterebbe efficienza al sistema e da questo punto di vista il governo penso che debba guardare con favore a un’evoluzione in quella direzione – ha spiegato Tria – ma si tratta di scelte che devono fare poi nella loro autonomia società private e quotate”.
Elliott ha rafforzato ulteriormente la propria posizione nell’azienda, passando dall’8,84% al 9,4%: un modo per rispondere, seppur indirettamente, alle accuse che continuano ad arrivare da Vivendi, che dell’operatore è l’azionista di maggioranza relativa. In una lettera scritta ai sindaci e alla Consob infatti il socio francese accusa che al fondo stia convenendo la caduta del titolo per via di un “collar” stipulato sul 4,9% del capitale di Tim. In base a questo derivato Jp Morgan sarebbe infatti obbligata a coprire le perdite sul valore delle azioni. Anche per smentire questa lettura Elliott ha aumentato la propria partecipazione in contanti, con un aumento dell’esposizione alla posizione lunga e lasciando invariato il “collar”.
Non è escluso che nelle prossime settimane Elliott possa salire ancora per rafforzare la propria posizione in vista dell’assemblea dei soci che è in programma il 29 marzo.
Intanto il Ceo di Vivendi, Arnaud De Puyfontaine, rilancia le accuse al fondo statunitense, affermando che non ha mantenuto “neanche una delle sue promesse”, in un contesto aziendale che “non ha cessato di peggiorare” fino a diventare “inaccettabile” e “contraria agli interessi degli azionisti”.
De Puyfontaine arriva ad auspicare per Telecom “un consiglio rappresentato da membri perlopiù indipendenti, che operino nell’interesse di tutti gli azionisti”. Poi sottolinea il fatto che Vivendì non ha nessuna intenzione di mollare la presa sull’operatore italiano: “Siamo azionisti di Telecom Italia per sempre, per l’eternità”. “Nel 2017, quando avevamo la direzione operativa, il gruppo ha realizzato il suo miglior esercizio in 15 anni. Ma dalla presa di controllo del consiglio da parte del Fondo Elliott, la situazione non ha smesso di peggiorare”.