L'INCONTRO CON IL GOVERNO

Rete unica Tlc, i sindacati: “Agire rapidamente, stop a rinvii”

Al tavolo con il Capo di Gabinetto, Gaetano Caputi, Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito la loro contrarietà allo spezzatino di Tim. Landini: “Significherebbe disperdere il patrimonio di un’azienda”. Bombardieri: “Vertenza che riguarda 80mila lavoratori”. Sbarra: “Fase complessa, servono investimenti”

Pubblicato il 28 Nov 2022

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No allo “spezzatino” di Tim, un’azienda strategica per il paese e per la quale le risposte dal governo devono arrivare a breve. Questa la posizione che i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uilc e di categoria, Slc, Fistel e Uilcom, hanno ribadito nel corso dell’incontro che si è svolto nel pomeriggio a Palazzo Chigi; per l’esecutivo era presente Gaetano Caputi, Capo di Gabinetto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Le osservazioni del sindacato

“Abbiamo ribadito la posizione unitaria delle confederazioni e delle categorie e cioè che noi siamo d’accordo sul lavorare per la rete unica; abbiamo però ribadito che siamo contrari a qualsiasi idea di spezzatino il che vuol dire disperdere il patrimonio di un’azienda come Tim e abbiamo indicato al governo la necessità di prendere decisioni e di agire rapidamente – ha spiegato il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, al termine del tavolo – Su tali questioni non abbiamo avuto risposte: questa sera il governo e chi era presente per il governo si è riservato di riferire in sede politica, quindi al presidente del consiglio, questa posizione”.

I sindacati hanno ribadito che è necessario avere una risposta precisa di quello che il governo pensa di fare già nei prossimi giorni.

Il nodo occupazione

“Abbiamo ricordato  che su questa vertenza ci sono 80.000 posti di lavoro in ballo: 43.000 posti in Tim e 40.000 posti di lavoro dell’indotto – ha sottolineato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri – Abbiamo ribadito che siamo contrari allo spezzatino e siamo convinti che questo Paese, per quello che riguarda Tim, debba tutelare un asset strategico che serve per lo sviluppo dello stesso Paese”.

“Il capo di gabinetto ci ha ascoltato e ha detto che avrebbe riferito alla parte politica: noi ovviamente – ha proseguito Bombardieri – Ci aspettiamo, viste anche alcune scadenze fra un paio di giorni (nel mou siglato da Cdp scade il termine per l’offerta non binding n.d.r.) che il governo recepisca le cose che noi abbiamo detto e ci riconvochi intanto per chiarirci cosa vuole fare e poi per avviare un confronto su quelle che saranno le ricadute occupazionali”.

Il “profilo” di Tim

No allo spezzatino di Tim ma non solo: il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra ha ribadito che come sindacato “ci schieriamo a favore del fatto che Tim mantenga il profilo verticalmente integrato, tenendo insieme la rete con tutto l’aspetto legato ai servizi ci sono in ballo 40.000 posti di lavoro diretti più l’indotto”. Ma anche “c’è in discussione il futuro di un grande gruppo in una fase complessa e difficile di transizione che richiede investimenti , tutela e valorizzazione delle competenze”.

Il commento della Uilcom

Sulla stessa lunghezza d’onda i sindacati di categoria. “Abbiamo esposto  le nostre preoccupazioni sul futuro di Tim- dice a CorCom Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom – evidenziando i pericoli derivanti da possibili operazioni che riguardano l’infrastruttura dell’ex monopolista. Quello che ci preme è garantire la funzionalità della rete senza ricorrere ad alcuna azione di scorporo e di spezzatino dell’azienda”.

“Ci aspettiamo una nuova convocazione per entrare nel merito della questione”, conclude.

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