La situazione economica ha spinto molte imprese a guardare con interesse all’opportunità di “aggregarsi” per essere più forti sul mercato. L’aggregazione di aziende non è, tuttavia, semplice da praticare, soprattutto in un Paese come l’Italia, in cui il tessuto aziendale è cresciuto con lo spirito del “fai da te, da solo”, osteggiando spesso il concetto di aggregazione, interpretata come una forma di perdita di potere o di diffusione di know how. Oggi però l’imprenditoria “fai da te” deve fare i conti con la crisi, con la concorrenza spietata dei Paesi in via di sviluppo, in un mercato che richiede massime prestazioni a bassissimi costi.
Ecco, quindi, che l’aggregazione può venire incontro, in qualche modo, alle esigenze di mercato. Esistono due assiomi, che fondano il concetto di rete di impresa: fiducia e stima. Determinante il ruolo dei social media, fenomeno in constante aumento, che ha scardinato i preconcetti della condivisione, trasformandola in un vero e proprio mezzo di conoscenza e comunicazione tra individui, aziende, professionisti e mostrandone le opportunità di business. È dai social media che nascono idee di rete come il crowd funding. Esistono centinaia di fenomeni presenti sul web, gratuiti, che si autoregolamentano e si basano sulla fiducia degli individui e che hanno dato via alla cosiddetta “sharing economy” (come il coach surfing, “Saltare da un divano all’altro”, il farsi ospitare da sconosciuti, che ha permesso a milioni di viaggiatori di viaggiare a bassissimo costo, o come car sharing, bike sharing, boat sharing, reoose, zero relative). Le Ict vengono servite gratuitamente sul web ed il pubblico è libero di decidere come e quando utilizzarle.
Anche in ambito aziendale esistono diverse applicazioni freeware, utilizzabili dai nodi della rete (le aziende), che permettono di condividere contenuti e definire le regole secondo una gerarchia imposta della rete. Nasce il “sistema informativo integrato”, che consente alle aziende completa autonomia gestionale, ma che, parallelamente, raccoglie, condensa, gestisce e confronta informazioni derivanti da ciascun nodo. Si tratta di aggregare dati, provenienti da diversi software aziendali, che le aziende della rete utilizzano per gestire il proprio core business. I dati sono pubblicati in tempo reale per fornire informazioni sull’avanzamento lavori e danno alla rete una visione su tutta la catena produttiva, permettendole di rispondere con immediatezza alle richieste di mercato.
L’aggregazione riguarda anche dati contabili e finanziari, per rendere visibile e chiara la redditività. Anche la logistica viene gestita in maniera centralizzata, a seconda delle esigenze della singola azienda nodo. Esistono, inoltre, reti di impresa anche tra aziende Ict, specializzate nell’offrire servizi competitivi ed integrati in diversi settori, che, grazie all’elevata specializzazione di ciascun partner, offrono servizi qualitativamente superiori a costi competitivi.
Nonostante numerosi organismi economici offrano informazioni ed assistenza tecnica specialistica sulle reti d’impresa e sul contratto di rete per facilitare l’aggregazione e diffondere l’informazione, in Italia si fatica ancora parecchio. Il problema nasce dalla scarsa promozione dei servizi offerti dalle reti di impresa e dalle Ict. Critico, inoltre, l’analfabetismo informatico: in Italia l’utilizzo delle informazioni e del potenziale insito nella rete è ancora molto scarso.
Importantissimo diviene, quindi, il ruolo di Università e Business School per la diffusione virale dei nuovi paradigmi: bisogna partire dai concetti di base o elementari, per poter poi far comprendere strumenti e strategie finalizzati al bene dell’azienda. In questo, fondamentale è l’impegno della Fondazione Cuoa: incontri informativi gratuiti, come quelli organizzati dal Forum Ict, costituiscono momenti di condivisione importanti per comprendere i fenomeni emergenti e per trovare gli strumenti che permettano un uso corretto delle Ict.