IL PROVVEDIMENTO

Reti Tlc, la Camera approva la mozione “scorporo”

Ok dell’Aula di Montecitorio a tutti provvedimenti – esclusi quelli del M5S – che impegnano il governo a promuovere la realizzazione di reti Ngan aperte e neutrali e a favorire gli investimenti in un’infrastruttura di accesso pro-competitiva. Focus anche su alfabetizzazione digitale e PA

Pubblicato il 03 Dic 2014

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Sì dell’Aula della Camera a tutte le mozioni, tranne quella del M5S, sulle iniziative per la separazione societaria delle infrastrutture delle reti di telecomunicazioni ed alla definizione di un relativo modello di governance.

In base ai testi approvati, il governo risulta impegnato, tra l’altro: “a promuovere la realizzazione di reti di accesso di nuova generazione aperte, efficienti, neutrali, economiche e pronte per evoluzioni future, garantendo il rispetto delle regole di libero mercato e concorrenza, anche attraverso azioni di coordinamento e di governance; a favorire e sostenere gli investimenti delle imprese di telecomunicazioni, degli investitori istituzionali, delle utility in un’infrastruttura di accesso di nuova generazione aperta, efficiente e pro competitiva, anche favorendo amministrativamente la posa di reti di comunicazione, assumendo iniziative per ridurre i tempi per il rilascio dei relativi permessi ed escludendo il pagamento di oneri o indennizzi, fermo restando il solo obbligo di ripristino dello stato dei luoghi”.

Il governo risulta poi impegnato “a incrementare, in un’ottica di efficienza della governance, il catasto di ogni infrastruttura, del sotto e sopra suolo, funzionale alla realizzazione di reti di banda ultra larga, siano esse in titolarità di operatori di comunicazione elettronica o di organismi pubblici e di concessionari pubblici; a prevedere nelle cosiddette zone a fallimento di mercato e nelle quali non saranno previsti investimenti con fondi pubblici la possibilità i incentivare l’utilizzo di tecnologie alternative ai fini di ridurre il digital divide; a favorire la diffusione dell’utilizzo della rete e l’alfabetizzazione digitale anche attraverso una pianificazione dello switch-off dei servizi analogici della pubblica amministrazione verso servizi esclusivamente digitali, accompagnando cittadini e imprese nel processo di transizione con interventi coordinati di sviluppo delle competenze digitali in grado di stimolare anche la domanda di servizi e la capacita’ di integrarli nel cambiamento del Paese ed infine di realizzarli”.

Per Enza Bruno Bossio (Pd), prima firmataria della mozione sulle reti digitali e relativa governance, “è importante che in Italia vengano raggiunti i tre obiettivi fissati dall’Agenda digitale europea, in particolare quello che prevede entro il 2020 la copertura a 30 Mbit/s del 100% della popolazione. Ad oggi in Italia solo il 20% della popolazione puo’ navigare a 30 Mega (40 punti percentuali sotto la media europea) per cui, al fine di realizzare gli ambiziosi obiettivi del Piano del Governo, è necessaria una strategia che implichi una regia nazionale ancora piu’ forte di quella posta in essere per la banda larga di base”.

“La strategia futura dell’Italia sui temi dell’innovazione digitale – ha aggiunto Bossio intervenendo alla Camera – dovrebbe indirizzarsi su due principali direttrici: incentivare la realizzazione delle infrastrutture per la banda ultra larga, da una parte e promuovere una economia effettivamente digitale cosi’ da stimolare la domanda, dall’altra. Di recente, sia nella manovra di bilancio al nostro esame che nel decreto ‘Sblocca Italia’, sono state introdotte misure per sostenere ed incentivare gli investimenti nelle reti e per recuperare spazi importanti mediante la riorganizzazione delle frequenze; vi sono poi norme volte a favorire la digitalizzazione della Pa, sostenere le aziende innovative e contribuire all’eliminazione del digital divide nel Paese”.

“L’Ict e’ la rivoluzione della conoscenza, del sapere. Non dobbiamo dunque digitalizzare l’esistente, ma rovesciare il modello organizzativo della PA, mettendo al centro il cittadino e puntando al totale switch-off, ossia al passaggio dall’analogico al digitale – ha concluso Bruno Bossio – Solo in questo modo si può attuare una vera e propria spending review della Pa, liberandola e sostituendola dallo svolgimento di attività che verrebbero rimpiazzate da processi digitali standardizzati. In questa direzione va il Piano strategico di crescita digitale del Governo che traccia una roadmap per la digitalizzazione del Paese”.

Intervenendo anche lei in Aula, Deborah Bergamini (FI) ha sottolineato che “con la nostra mozione, impegniamo il Governo a creare le condizioni per favorire gli investimenti in telecomunicazioni, anche orientando l’utilizzo dei fondi strutturali europei a sostegno dello sviluppo della banda ultra larga e agendo in Europa perché gli investimenti pubblici per colmare il digital divide siano esclusi dal patto di stabilità”.

“Al contempo, esortiamo – ha proseguito la deputata – l’esecutivo ad intervenire nelle cosiddette aree ‘a fallimento di mercato’, a stimolare la domanda di servizi digitali e a provvedere alla rapida adozione dei decreti attuativi necessari all’implementazione dell’Agenda Digitale. Chiediamo inoltre di rivedere la governance dell’Agenda digitale, in modo da chiarirne obiettivi, ruoli ed azioni”.

“L’Italia – ha concluso – sconta un ritardo nella digitalizzazione che ha pesanti ricadute sul Pil, è ora di colmare, una volta per tutte, quel digital divide che ci sta separando dagli altri Paesi ad economia avanzata”.

“C’e’ un problema politico connesso con la rete e su questo vorrei vedere maggiore chiarezza- ha incalzato invece Rocco Buttiglione (PI) – Le mozioni sembrano sorte non da una preoccupazione generale, ma dalle notizie di stampa, sul fatto che Telecom starebbe per acquistare Metroweb. Il nostro voto favorevole sulle mozioni è conforme a quanto suggerito dal Governo, perché ne comprendiamo le ragioni.

“Tuttavia – ha chiarito – ci pare che il dibattito in Parlamento non vada sufficientemente a fondo e che alcune questioni decisive ne restino fuori. Vorrei che tornassimo a parlarne, tra non molto tempo, con dati piu’ sicuri e con un impegno più deciso”.

“C’e’ un primo ok del governo alla proposta di attuare un piano di infrastrutturazione in fibra ottica ma una forte contrarietà alla scorporo della rete fissa delle telecomunicazioni dalla gestione dei servizi. A ottenerlo è stato il deputato leghista Davide Caparini, che ha presentato oggi in aula una mozione che avrebbe sancito la fine del monopolio di Telecom per favorire la diminuzione dei costi e l’aumento dei servizi. L’atto ha ricevuto il parere favorevole dell’esecutivo, purtroppo – osserva una nota della Lega – con una riformulazione che ne limita fortemente la portata.

“Il paese sconta un ritardo preistorico nel sistema tecnologico – ha detto Caparini in aula -. Mentre altri paesi lavorano al web 3.0, noi siamo al palo. Secondo l’Agcom i ritardi nello sviluppo della banda larga frenano la crescita del Pil dell’1,5%”. “Oggi, per due lavoratori che perdono il posto, internet offre cinque nuovi posti di lavoro, ma il governo non è stato capace di coglierne l’opportunita'”.

“Liberare la concorrenza e investire nel sistema infrastrutturale sono fattori fondamentali per lo sviluppo del paese”, conclude.

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