FRANCIA

Richard (Orange): “Non è tempo di aggregazioni tra Tlc europee”

Il ceo dell’operatore francese: “Integrazioni a livello pan-europeo molto complicate, non portano alla creazione di valore”. Su Telecom Italia: “Non abbiamo nessun piano per acquisirla, voglio essere molto chiaro”

Pubblicato il 16 Feb 2016

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Le aggregazioni tra i maggiori gruppi europei delle Tlc non sono all’ordine del giorno, almeno nel breve periodo. Questa l’analisi di Stephan Richard, ceo di Orange, alla presentazione dei risultati finanziari per il 2015, anno che ha visto il ritorno alla crescita per ricavi e utili netti, seppur leggermente al di sotto delle attese degli analisti. Mentre per una decisione rispetto al takeover su Bouygues Telecom, conferma il direttore finanziario del gruppo, i colloqui richiederanno ancora diverse settimane.

“Non penso che sia il tempo di vedere grandi aggregazioni in Europa tra i maggiori gruppi di tlc, sono molto cauto”, ha detto Richard -. Penso che le integrazioni a livello pan-europeo siano molto complicate, non portano alla creazione di valore. Né gli sviluppi della normativa, né quelli della tecnologia sono attualmente abbastanza forti o vicini da giustificare grandi mosse tra i grandi player delle tlc”. “Forse siamo di fronte a un approccio politico – ha proseguito – ma penso che la politica non sia amica del business”. Quanto a Orange, “Non abbiamo nessun piano o nessun progetto di M&A al di fuori dei nostri mercati – ha aggiunto – la società cercherà di esplorare le opportunità che sono giuste per la strategia del gruppo”. “Non abbiamo alcun piano per quanto riguarda Telecom Italia, in particolare nessun piano per acquisire Telecom Italia, voglio essere molto chiaro a questo proposito”, ha poi affermato RIchard durante la conferenza stampa: “Non voglio commentare la strategia di Vivendi che è abbastanza grande per spiegarla da sé o quella di Niel, che investe dove gli pare – ha proseguito – Certamente, hanno considerato che Telecom Italia è una bella azienda, con un grande potenziale”.

Tra le priorità di Orange per il futuro ci sono i progetti di espansione in Africa, definita come un “priorità strategica”. Una strategia che per realizzarsi dovrà partire dai risultati finanziar dell’anno appena trascorso, che hanno visto Orange registrare un utile netto di 2,65 miliardi di euro, quasi triplicato rispetto ai 925 milioni di un anno fa grazie al miglioramento non solo delle performance operative ma anche ai proventi generati dalla cessione dell’operatore britannico di telefonia mobile EE a BT Group. I ricavi, in scia al +3,5% a 10,4 miliardi del quarto trimestre, sono inoltre saliti da 39,45 miliardi a 40,24 miliardi, di poco al di sotto dei 40,26 miliardi attesi dagli analisti. L’Ebitda è inoltre migliorato da 2,94 a 3,01 miliardi negli ultimi tre mesi del 2015 e da 12,19 miliardi a 12,43 miliardi nell’intero anno. “Dopo il 2015, anno di turn-around – ha sottolineato Richard – il 2016 sarà un anno di consolidamento, non del consolidamento. Vogliamo consolidare il ritorno alla crescita con un Ebitda oltre al livello del 2015. Siamo completamente dedicati a mantenere questo trend positivo della generazione Ebitda. Vogliamo mantenere un bilancio forte, confermando una politica di pay-out con una cedola di 60 cent. Questo livello è chiaramente il giusto equilibrio tra il trend di ripresa del gruppo e la necessita di investire”.

In concomitanza con la pubblicazione dei risultati finanziai per il 2015 il gruppo francese ha anche reso noti gli ultimi aggiornamenti sulla trattativa in corso per l’acquisizione di Bouygues Telecom: “Ci vorranno ancora almeno diverse settimane per prendere una decisione. Tutti concordano che un mercato con quattro operatori riserva rischi reali per l’occupazione e gli investimenti e pertanto c’è una reale volontà di trovare una soluzione”, afferma il direttore finanziario Ramon Fernandez – E’ un’operazione complessa e quindi abbiamo bisogno di trovare una soluzione tra quattro parti, non solo due”. Orange ha infatti confermato lo scorso mese di essere entrata in trattative con Bouygues per acquisirne le attività nel campo delle telecomunicazioni, per consolidare un settore in grande fermento in Francia. La fusione richiederà però la cessione di asset a concorrenti come Iliad e Numericable-Sfr per ottenere il via libera delle autorità competenti.

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