RAEE

Rifiuti elettronici, Italia molto lontana dai target Ue

È quanto emerge dal rapporto annuale del Centro di coordinamento nazionale. Il tasso di raccolta si attesa al 34% a fronte di un obiettivo europeo del 65%. Il direttore generale Longoni: “L’impatto negativo sui risultati è da imputare ancora una volta alla carenza della raccolta oltre che a una scorretta gestione che potrà essere contrastata da controlli per combattere l’illegalità”

Pubblicato il 13 Giu 2023

Il tasso di raccolta dei rifiuti tecnologici si attesta per lo scorso anno al 34,01%, molto lontano dal target europeo del 65%. E questo nonostante siano state avviate a recupero 535.180 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), il 4,9% in più rispetto ai quantitativi dichiarati nel 2021. A dirlo è il Rapporto gestione Raee 2022, stilato dal Centro di Coordinamento del sistema.

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Pesa la scorretta gestione dei rifiuti in Italia

“Ancora una volta i quantitativi complessivi di Raee avviati a trattamento in Italia sono cresciuti. Al tempo stesso gli impianti hanno proseguito nel loro percorso di ammodernamento e di investimenti in sviluppo tecnologico” commenta Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento Raee. “La filiera ha confermato un’eccellente capacità operativa. A questo costante lavoro qualitativo effettuato da tutti i soggetti fa purtroppo da contraltare un tasso di avvio al trattamento dei rifiuti tecnologici altalenante che allontana ulteriormente l’Italia dal target che la Comunità Europea ha assegnato agli stati membri. L’impatto negativo sui risultati è da imputare ancora una volta alla carenza della raccolta oltre che a una scorretta gestione di questi rifiuti, che potrà essere contrastata dalla effettuazione di controlli da parte degli organi preposti indirizzati a combattere la gestione illegale dei Raee. Un contributo reale lo fornirà senza alcun dubbio il recente decreto sui raggruppamenti del 20 febbraio 2023 perché consentirà finalmente ai gestori della raccolta e ai distributori di comunicare a cittadini e consumatori dove collocare in maniera corretta tutte le tipologie di rifiuti elettronici. Solo con un incremento sostanziale degli attuali volumi di raccolta sarà possibile originare le economie di scala necessarie a rendere economicamente sostenibili gli investimenti in nuove dotazioni impiantistiche richieste dall’Unione Europea per ridurre la dipendenza da Paesi terzi in fatto di materie prime critiche”.

L’entrata in vigore dell’Open Scope

Come già evidenziato, nonostante un incremento dei volumi di Raee trattati di quasi cinque punti percentuali rispetto al 2021, lo scorso anno il tasso di raccolta è sceso al 34,01%, proseguendo il trend di decrescita registrato dal 2019 e distante oltre 30 punti percentuali dal target del 65% fissato dall’Unione europea. “Le ragioni di questo risultato apparentemente contraddittorio”, spiega il CdC Raee, “dipendono dal fatto che il tasso di avvio al trattamento dei rifiuti tecnologici è calcolato sul rapporto tra i Raee raccolti nell’anno di riferimento e la media delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee) immesse sul mercato nel triennio precedente. Nel triennio 2019-2021 l’immesso medio è stato di 1.573.557 tonnellate di Aee, superiore del 6,5% rispetto al pari periodo precedente”. A impattare sulla crescita dell’immesso di Aee il medesimo fenomeno che aveva determinato un incremento, seppure molto maggiore, nel triennio precedente: l’ambito di applicazione aperto, il cosiddetto Open Scope, entrato in vigore nell’agosto 2018, che ha esteso gli obblighi dei produttori a tutte le Aee eccetto quelle esplicitamente escluse dalla Direttiva stessa. Se l’aumento dell’immesso è stato immediato, l’abitudine a considerare i rifiuti derivanti dalle nuove Aee come Raee, e quindi la loro completa e corretta rendicontazione, continua a rappresentare un processo non ancora completamente metabolizzato”, precisa il CdC Raee.

Come sono ripartiti i rifiuti

Il 70,4% dei volumi trattati, pari a 376.882 tonnellate, sono di provenienza domestica, mentre il restante 29,6%, corrispondenti a 158.298 tonnellate è riferibile ai Raee di origine differente dai rifiuti tecnologici provenienti dai nuclei domestici (i cosiddetti Raee professionali). Rispetto all’anno precedente, rifiuti tecnologici domestici e professionali hanno evidenziato andamenti opposti nella raccolta: i primi sono calati del 3,9%, al contrario i secondi hanno evidenziato un incremento significativo a doppia cifra (+34,1%).

Le dichiarazioni degli impianti sui Raee di origine domestica confermano, riducendolo in parte, l’andamento negativo emerso per la prima volta in otto anni della raccolta rendicontata dai Sistemi Collettivi al CdC Raee e già illustrata nel Rapporto Annuale 2022. Una quantità molto elevata di rifiuti tecnologici trattati, corrispondente al 96% del totale, è stata raccolta all’interno del sistema guidato dal CdC Raee, ma al di fuori di questo sistema poco o nulla è rendicontato e quindi gestito in maniera corretta. A livello di singoli raggruppamenti, l’incidenza più elevata (31,6%) è data da quello di altri grandi bianchi (R2) per un totale di 119.061 tonnellate. Segue quello di apparecchiature per lo scambio di temperatura dei fluidi (R1) con 102.749 tonnellate, corrispondente al 27,3% dei volumi complessivi.

Il terzo raggruppamento che impatta maggiormente sulla raccolta è quello di IT e consumer electronics, apparecchi di illuminazione, ped e altro (R4), la cui incidenza è pari al 21,1% per un totale di 79.573 tonnellate. In linea con questi valori è anche Tv e monitor (R3) che raccoglie 72.541 tonnellate (19,2%). Modesto (0,8%) infine il peso delle sorgenti luminose (R5) per un totale di 2.958 tonnellate trattate.

Lo stato della rete degli impianti di trattamento

Sul fronte della rete di impianti di trattamento Raee, sono 1.045 le aziende che hanno effettuato le dichiarazioni dei volumi di rifiuti tecnologici gestiti nel corso del 2022. Si tratta di una numerica leggermente inferiore a quella del 2021. Il dato comprende sia gli impianti che si occupano del trattamento per il recupero delle materie prime sia quelli che svolgono semplice attività di stoccaggio dei rifiuti in attesa dell’invio a un impianto di trattamento.

A livello geografico, le strutture sono presenti in tutta Italia seppure con una concentrazione differente a seconda delle macroaree: 718 si trovano al Nord, 163 al Centro, 164 al Sud. Sul totale impianti dichiaranti e attivi nel trattamento, 48, dato in crescita rispetto lo scorso anno, risultano anche accreditati al Centro di Coordinamento Raee: hanno cioè dimostrato – grazie al superamento di un audit condotto da enti terzi qualificati dallo stesso CdC Raee – di essere in grado di rispettare dei requisiti di adeguato trattamento ulteriori rispetto ai vincoli già previsti dalla normativa. Questa qualifica è necessaria per poter ricevere e trattare i rifiuti elettronici domestici gestiti dai Sistemi Collettivi, i consorzi senza fine di lucro a cui aderiscono i produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee) con il compito di raccogliere, ritirare e gestire i rifiuti elettronici domestici in tutta Italia.

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