“Tra le riforme che occorrono perché l’Italia possa eccellere
nella competitività internazionale, la fiscalità è sicuramente
una delle principali. E per le imprese dei servizi innovativi e
tecnologici occorre una fiscalità di sviluppo che tenga conto
delle specificità del settore, una fiscalità nuova che evolva
insieme con l’economia in un contesto globalizzato”. Lo ha
sottolineato Alberto Tripi presidente (ancora in carica in attesa
della ratifica della nomina di Stefano Pileri da parte
dell’Assemblea) di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici
(Csit) in occasione della presentazione del Primo rapporto sul
Sistema della fiscalità dei servizi innovativi e tecnologici a
cura dell’ “Osservatorio permanente per le problematiche
tributarie” di Cist.
Partendo dai dati forniti da Sogei (relativi al 2005), il rapporto
rileva che l’industria dell’innovazione – che da sola vale il
13% del Pil e conta 2 milioni e mezzo di addetti – contribuisce a
riempire le casse dello Stato per il 25% dell’Iva, il 23%
dell’Ires e il 17% dell’Irap. In totale il gettito complessivo
ammonta a oltre 41 miliardi di euro. “Le imprese del settore
detengono un patrimonio di competenze strategiche per lo sviluppo
dell’economia grazie a personale altamente. Le potenzialità di
crescita sono notevoli ma la fiscalità deve essere funzionale al
pieno dispiegarsi della forza di crescita”, ha sottolineato il
vice presidente di Cist Pietro Guindani che ha curato i lavori
dell’Osservatorio. Guindani ha anche illustrato i sei punti di
riforma necessari al sostegno dell’innovazione: porre un limite
massimo all’aliquota totale effettiva non superiore al 50%;
modificare la disciplina degli ammortamenti fiscali dei beni di
investimento; rendere l’Irap deducibile ai fini
dell’Ires/Irpef; incentivare la digitalizzazione dei documenti
attraverso una norma di interpretazione ad hoc; abrogare la tassa
di concessione governativa per la telefonia mobile per favorire la
concorrenza; eliminare le sanzioni pecuniarie per gli errori di
imputazione temporale e per la violazione degli obblighi di auto
fatturazione in quanto non costituiscono danni per l’Erario.