Rischi informatici sempre più complessi, numerosi e in continua evoluzione. Ma soprattutto una crescita a livello globale il numero degli attacchi, con pesanti perdite economiche che fanno della gestione del cyber risk una priorità per tutti i business. Anche l’ultimo report di Agcs (Allianz Global Corporate & Specialty), evidenzia le nuove nuove esposizioni, con conseguenze che possono riguardarle in prima persona o ricadere su terze parti.
“Secondo una stima della World Bank, ogni anno le conseguenze degli attacchi informatici costano al comparto business circa 445 miliardi di dollari, metà dei quali pesano sulle dieci maggiori economie mondiali – commenta Alessandro De Felice, Presidente di Anra (associazione che raggruppa i risk manager e i responsabili delle assicurazioni aziendali) -. In Italia i danni da cyber crime ammontano a 900 milioni di dollari”.
Dati lontani da quelli di Stati Uniti e Cina, ma che devono comunque servire da monito. “Bisogna attrezzarsi e prepararsi adeguatamente ad una nuova generazione di rischi informatici che evolvono continuamente, spingendosi oltre le minacce già conosciute”, aggiunge De Felici, che sottolinea i rischi nel settore tecnologia-media e telecomunicazioni. Secondo una rilevazione condotta su 350 senior executive dal Tmt Risk Index di Willis Towers Watson oggi le minacce per il settore delle tlc non mancano affatto. I primi tre posti sono occupati dall’area normativa e legale: infrazioni nel trattamento e protezione dei dati, tutela della proprietà intellettuale, competizione e norme antitrust.
Un podio che secondo De Felice è una “conseguenza dell’attuale incertezza normativa derivante dalla rapida ascesa dell’economia dei dati e dall’imprevedibilità dei cicli politici, che caratterizza diversi stati in tutto il mondo”. In uno scenario in cui l’innovazione e il costante cambiamento sono elementi chiave, aggiunge il manager, “non sorprende che tra i primi posti (precisamente al sesto) i manager abbiano citato la concorrenza proveniente da nuovi competitor emergenti”.
Naturalmente, anche il cyber risk e la pirateria informatica spiccano tra i principali timori, seppur piazzandosi rispettivamente in quarta e decima posizione. “Va anche osservato che l’inarrestabile progresso tecnologico e le crescenti aspettative dei consumatori costringono le imprese a destinare grandi investimenti al comparto IT, dalle infrastrutture alle strategie e ai processi operativi – conclude De Felice -. Sembra però non andare di pari passo l’investimento in misure di protezione e corretta gestione dei dati, che si configurano oggi come la principale risorsa ma anche l’asset più vulnerabile”.