INNOVAZIONE

Rivolta (Confcommercio): “Digital disruption, l’Italia colga la sfida della crescita”

Il direttore generale sottolinea la centralità delle tecnologie per la ripresa economica, ma avverte: “Serve investire in cultura digitale ed eliminare gli ostacoli di accesso al credito”

Pubblicato il 29 Ott 2015

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Non solo le imprese, ma anche la società e la poltica hanno bisogno di più innovazione. Ne è convinto il direttore generale di Confcommercio, Francesco Rivolta, intervenuto alla presentazione romana dell‘Assintel Report 2015.

Per Rivolta “qualche lieve risveglio s’intravede, e non è solo questione di dati economici che segnalano una ripresa. Tutti, finalmente, ci stiamo accorgendo che il nostro Paese non può competere se non s’investe in innovazione. Attenzione che innovazione non vuol dire buttare all’aria tutto quello che si è fatto fino ad oggi, perché a me sembra che molto spesso si dia questa accezione negativa al termine innovare”.

“Per innovare – ha osservato il direttore – serve entusiasmo, servono imprenditori motivati e preparati, servono dinamiche agili che rendano possibile ed economicamente efficiente investire in “cose nuove” e rischiose. L’innovazione, vera, seria, profonda per l’Italia è vitale”.

“Temi come social, mobile, business analytics e cloud sono indispensabili per le nostre aziende e in futuro, quelle più competitive, saranno quelle che sapranno utilizzare tutti questi strumenti – ha sottolineato Si chiama innovazione distruttiva, vale a dire le innovazioni cambieranno radicalmente le modalità cui i consumatori sono abituati a pensare o usare prodotti e servizi e le modalità in cui si delineano nuovi modi di concorrere. Il nuovo spaventa un po’ tutti ma ogni settore che rappresentiamo sarà pervaso dall’innovazione: il commercio, i servizi e il turismo saranno coinvolti dal digitale.”

“Nessuno ci porterà via le nostre tradizioni, la nostra cultura fatta dai piccoli imprenditori – ha avvisato – ma abbiamo anche un fondamentale bisogno di guardare al futuro. In pochissimi anni siamo passati dalla televisione, al computer, a internet e agli smartphone che hanno impattato sulla nostra società, sia dal punto di vista sociale, sia su quello economico. Abbiamo bisogno di saperci muovere in questo torrente. I mercati stanno navigando verso la trasformazione digitale e le aziende dell’Information Technology italiana si stanno attrezzando per accompagnarli”.

“Le imprese dell’Ict potranno contribuire significativamente ad agganciare la ripresa economica che si sta manifestando nel Paese, perché l’Italia ha bisogno di crescere nel settore del digitale – ha proseguito il dg – Attorno alle aziende però si deve creare anche un terreno che sia favorevole agli investimenti perché il Paese non riesce ancora a produrre progetti complessi per un rilancio definitivo del settore. Alcuni interventi previsti nella Legge di stabilità 2016 sembrano andare nella direzione giusta, perché la riduzione delle tassazione alle imprese è un intervento che consente di guardare al futuro con più ottimismo. Aver neutralizzato l’aumento dell’Iva è senza dubbio un’ottima notizia, poi, l’incremento della franchigia Irap, la revisione del regime forfettario dei contribuenti minimi, la possibilità di recuperare immediatamente l’Iva sui crediti insoluti e il prolungamento degli incentivi sulle assunzioni a tempo indeterminato dimostrano una rinata attenzione verso le piccole e medie imprese”.

Rivolta ha poi affrontato anche il delicato tema dell’accesso al credito. “Le aziende italiane sentono la necessità di innovare il loro business ma le difficoltà nell’accedere al credito rallentano, se non addirittura bloccano questo processo d’innovazione – ha evidnziato – Per le imprese e per i cittadini sarà poi fondamentale arrivare alla costruzione della banda larga: un’ infrastruttura adeguata di accesso è, infatti, il requisito di base per la crescita digitale. Senza le imprese dell’Ict l’Agenda digitale non si farà.”

Focus anche sul piano Crescita digitale del governo. “L’accesso alla banda larga di tutti gli edifici e uffici pubblici quindi, non è solo a beneficio dei servizi erogati e delle performance del pubblico impiego, ma è anche a sostegno della diffusione di internet fra i cittadini che sono spesso utenza diffusa di questi luoghi – ha evidenziato – La trasformazione tecnologica -non viaggia ancora alla velocità giusta, è necessario un nuovo approccio che ci consenta di recuperare il gap che ci separa dagli altri Paesi europei. Confcommercio su questi temi è sempre stata al fianco delle imprese e non abbasserà mai la guardia, lo dimostrano anche gli interventi che hanno portato ottimi risultati sulla tematica a voi cara del codice degli appalti. Siamo fortemente convinti che dalla cultura del digitale passerà molto del futuro della ripresa economica dell’Italia”.

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